REGGIO CALABRIA Non si è ancora spenta l’eco dell’arresto dell’avvocato Paolo Romeo, tanto meno dal suo smodato impegno per la nascente Città Metropolitana, che in città si torna a sgomitare per la nuova creatura amministrativa. A poche settimane dalla morte istituzionale dell’Ente, il presidente della Provincia, Giuseppe Raffa – indagato nell’inchiesta Fata Morgana proprio per i rapporti con l’avvocato Romeo – ha proposto alla sua – morente – Giunta di istituire un Osservatorio sulla città metropolitana.
ASSOCIAZIONE PRIVATA BENEDETTA DA ENTE PUBBLICO Si tratta di un’associazione privata, ma al momento della nascita formata «dai consiglieri provinciali in carica della Provincia di Reggio Calabria e il consiglio direttivo dall’ufficio di presidenza dello stesso organo (Antonio Eroi, Giuseppe Saletta, Pierpaolo Zavettieri, Giuseppe Longo). Il presidente per il primo triennio è l’attuale presidente del Consiglio Provinciale, lo stesso vale per i vicepresidenti e per i segretari. Il Tesoriere è Michele Marcianò». Qualcuno come Longo si è già dimesso, altri soci invece saranno accettati – previo pagamento di quota di 50 euro – fino a fine mese.
ASSONANZE Obiettivo della nuova associazione? Stando allo statuto – allegato alla delibera del Consiglio provinciale servita per approvarlo – «contribuire al miglioramento della qualità della vita, dell’ambiente, del governo locale e della sua trasparenza, allo sviluppo, alla valorizzazione e alla promozione delle realtà sociali, culturali, produttive e imprenditoriali del territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria e dei territori alla medesima interconnessi». Un proposito – si commenta in ambienti investigativi – che richiama quella «valorizzazione degli stakeholder» del territorio della “città Stato” metropolitana che proprio l’avvocato Romeo chiedeva a gran voce tramite il suo Forum Reggio Nord 2020. Un’assonanza quanto meno imprudente per gli inquilini dell’Ente che – ha svelato l’inchiesta –Romeo usava per plasmare la nuova creatura amministrativa secondo obiettivi ed esigenze della loggia segreta della quale i pm ipotizzano fosse era a capo.
GOVERNO PER PROCURA? La nuova associazione – si stabilisce per statuto – avrà il compito di «stimolare, favorire e realizzare ricerca, analisi, monitoraggio, comparazione di dati attuali e storici, previsioni, proiezioni e simulazioni, stato di applicazione ed impatto di normative, pratiche, buone prassi e problematiche politiche» in una serie pressoché infinita di campi, dall’amministrazione pubblica alla cultura, dall’economia al volontariato, dal turismo al welfare. Tutti da utilizzare per informare e formare, ma soprattutto per «fornire strumenti conoscitivi o decisionali ai decisori pubblici e privati, al mondo dell’informazione e ai cittadini». Affermazione questa – si mormora in ambienti investigativi – che sembra quasi un riscontro alle ipotesi dei magistrati, che vedono in Romeo il grande burattinaio dell’attività politica della provincia sul fronte della città metropolitana.
BENEFICI Che alla nuova associazione i vecchi amministratori provinciali tengano molto lo dimostra l’aver stabilito, nonostante la sua natura privatistica, che la sua sede – si legge nella delibera – «sarà ubicata presso il palazzo Corrado Alvaro» oppure «in altro immobili di proprietà o in uso all’Ente, quale un bene confiscato alla criminalità organizzata». Peccato che palazzi e appartamenti strappati ai clan siano nella disponibilità degli Enti e non degli inquilini degli Enti costituiti in associazione. È vero, più di una volta sono stati concessi spazi a fondazioni, associazioni e comitati che ne abbiano fatto richiesta, ma la lista è lunga. E molti di quelli che da tempo hanno fatto richiesta non hanno gradito – per nulla – l’essere stati scavalcati per delibera.
L’IRA DI PALAZZO SAN GIORGIO Di certo, l’iniziativa promossa «su impulso del Presidente del Consiglio della Provincia di Reggio Calabria, in qualità di Rapporteur delle Città Metropolitane d’Europa relativamente a “Good Governance in Metropolitan Areas» non è piaciuta al Comune di Reggio Calabria. Per l’amministrazione Falcomatà ha risposto il presidente della prima commissione consiliare, Filippo Bova, che proprio di Città Metropolitana si occupa. «Non credo che la Città Metropolitana abbia bisogno del supporto di un pool autonominato di ex amministratori. Quest’idea dell’Osservatorio Metropolitano assomiglia tanto ad un tentativo di riciclo politico da parte di soggetti che, concluso il loro mandato amministrativo con il perire degli organismi provinciali, dovrebbero semplicemente mettersi l’anima in pace ed accettare la pensione» ha risposto a muso duro.
INVITI INGOMBRANTI Tuttavia anche Bova ha accolto in commissione una delegazione del Forum Reggio Nord 2020, guidata dall’ex deputato Paolo Romeo, scortato dal dirigente Pd Franco Malara, sindaco di Santo Stefano d’Aspromonte e nipote del presunto boss della montagna “don Rocco” Musolino, qualche mese fa finito al centro di uno scandalo prima per il cosiddetto “emendamento ad personam” che da revisore dei conti gli ha permesso di candidarsi ad una carica politica, quindi per le presunte pressioni per farlo eleggere nel consiglio direttivo dell’Ente Parco, e da Domenico Giandoriggio, nel lontano ’93 arrestato e poi assolto nell’inchiesta sul decreto Reggio.
LA RIUNIONE MISTERIOSA «Li abbiamo solo ascoltati», ripetono da Palazzo San Giorgio, sostenendo che la commissione abbia mera funzione consultiva e di proposta. Eppure, quanto discusso nell’ormai famosa audizione dell’avvocato Paolo Romeo e del suo Forum Reggio Nord 2020 non è stato ancora reso noto. Anche dopo del noto legale, il verbale di quella riunione non è stato pubblicato. Quello che si sa, lo ha comunicato lo stesso Forum Reggio Nord 2020, che a poche ore dall’incontro annunciava con giubilo di aver esposto il proprio «piano di riassetto territoriale della zona nord di Reggio Calabria nel nuovo quadro metropolitano», immaginato – si affermava in una nota – «come uno strumento programmatico e metodologico per le amministrazioni locali, con un arco temporale breve, in quanto legato alle programmazioni in itinere, funzionale a sperimentare soluzioni e orientare le scelte da estendere alla pianificazione strategica della città metropolitana». In sintesi, una lista di cose da fare e con urgenza per chi avràl’onore e l’onere di tirare la carretta della nuova città metropolitana.
PERCORSI Se anche questo sia da includere nel «percorso di costituzione del nuovo Ente» che a detta di Bova ha «seguito fino ad oggi criteri di ampia partecipazione, registrando decine di incontri su tutte le aree del territorio metropolitano» non è dato sapere. Tanto meno è noto – se e in che misura – anche forum e tavoli promossi dall’associazione di Paolo Romeo siano da contare nelle «molteplici riunioni ed incontri periodici con i Sindaci di tutte le aree omogenee» cui hanno partecipato nel corso dell’ultimo anno il sindaco Falcomatà e il consigliere Riccardo Mauro.
SU ROMEO SI INDAGA ANCORA «Non c’è alcuna necessità di ulteriori consigli, né di organismi che tendono ad appesantire il processo» afferma Bova, scagliandosi contro gli invadenti ex inquilini di Palazzo Alvaro. Ma
allora, come mai proprio il presidente Bova si è disturbato ad invitare in Comune l’avvocato Romeo e la sua associazione? Una domanda che adesso in tanti potrebbero iniziare a porsi.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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