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Porto di Gioia, Nicolò: «No alla mobilità per i lavoratori»

REGGIO CALABRIA «Siamo politicamente e umanamente dalla parte dei lavoratori del Porto di Gioia Tauro e delle loro famiglie e chiediamo insieme a loro che Oliverio e la sua giunta regionale interve…

Pubblicato il: 20/06/2016 – 14:06
Porto di Gioia, Nicolò: «No alla mobilità per i lavoratori»

REGGIO CALABRIA «Siamo politicamente e umanamente dalla parte dei lavoratori del Porto di Gioia Tauro e delle loro famiglie e chiediamo insieme a loro che Oliverio e la sua giunta regionale intervengano con urgenza sul governo nazionale per assicurare prospettive concrete ai 442 addetti del porto gioiese scongiurando il rischio gravissimo della loro messa in mobilità». È quanto afferma, in una nota, Alessandro Nicolò, capogruppo di Forza Italia alla Regione.
«Esprimo fin d’ora, con ferma convinzione – prosegue Nicolò – la mia piena solidarietà al presidio di lavoratori che l’intero arco delle organizzazioni sindacali ha annunciato sarà effettuato domani a Palazzo Campanella. Stavolta mi auguro sinceramente che il presidente Oliverio guarisca dalla perniciosa forma di “annuncite” acuta che lo sta affliggendo perché c’è a repentaglio la prospettiva del lavoro per circa 500 operai e tecnici, considerati “esuberi” e per i quali la società Medcenter Container Terminal ha annunciato i licenziamenti. E perché è diventato a rischio anche lo stesso futuro del porto di Gioia e della sua area portuale, ovvero della leva fondamentale che può garantire un futuro diverso all’intera Calabria».
«Dopo la beffa sconcertante dell’incredibile cancellazione della fabbrica di automobili che a Gioia Tauro avrebbe dovuto dare lavoro stabile a 800 persone – prosegue il capogruppo di Forza Italia – credo che sia per Oliverio che per Renzi sia finita per sempre la stagione delle promesse, delle passerelle fini a se stesse e degli annunci a vuoto. La situazione, per tanto, troppo tempo trascurata, è diventata gravissima, incombente e impone risposte concrete e tangibili. Occorre, pertanto, chiedere un incontro urgente ai tavoli governativi romani per individuare innanzitutto le soluzioni più adeguate per evitare la messa in mobilità dei lavoratori. E non basta bisogna avviare un confronto serio e chiarificatore per mettere alle strette il governo Renzi: che intenzioni ha per lo scalo di Gioia? E per l’area portuale? Come si possono finalmente generare politiche di rilancio e di innovazione delle attività produttive?».
«La Regione – conclude Nicolò – deve fare la sua parte fino in fondo. Sono necessarie serie politiche industriali e programmi di sviluppo e di investimento pubblici per garantire nell’immediato i livelli occupazionali e per creare nuova occupazione generando sviluppo e crescita nel porto, che è il più importante scalo di transhipment del Mediterraneo e per l’area circostante che deve essere recuperata e rilanciata per un uso produttivo e manifatturiero, com’e’ nelle sue naturali vocazioni».

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