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Il Partito della Nazione esiste solo a Rossano

ROSSANO Renzi ha archiviato la pratica come «fallimentare». L’addio al Partito della Nazione è arrivato direttamente dai vertici del Pd all’indomani delle scoppole rimediate a Napoli e Cosenza. «Sc…

Pubblicato il: 21/06/2016 – 12:22
Il Partito della Nazione esiste solo a Rossano

ROSSANO Renzi ha archiviato la pratica come «fallimentare». L’addio al Partito della Nazione è arrivato direttamente dai vertici del Pd all’indomani delle scoppole rimediate a Napoli e Cosenza. «Scelte locali», così le ha bollate il premier. In Calabria, la Grande alleanza che avrebbe dovuto sconfiggere Mario Occhiuto e, forse, offrire suggerimenti in chiave nazionale, ha preso una sonora imbarcata. La politica ha sconfitto l’aritmetica, facendo saltare la sommatoria di “pacchetti” di voti che si immaginavano immutabili. Almeno nella città dei Bruzi, dove il matrimonio con i verdiniani, celebrato in un cinema della città, ha finito per erodere i consensi del Pd (che ha ottenuto il risultato più misero in Italia) e anche quelli di Ennio Morrone, uomo forte di Ala in consiglio regionale. È andata malissimo, insomma. Ma un laboratorio vincente c’è. Perché, almeno a Rossano, quella sommatoria è riuscita (quasi) perfettamente e il PdN ha portato a casa il risultato. Stefano Mascaro è il nuovo sindaco dell’unica città nella quale il monito di Roberto Speranza non si è rivelato esatto. «Le foto con Verdini ci fanno perdere voti», aveva segnalato il leader della minoranza dem. E forse al Pd è andata bene soltanto perché a Rossano Verdini non c’è stato. Ci sono stati, però, i suoi colonnelli presenti e (forse) futuri. Di più, nel centro dello Jonio, la vera forza trainante è stata proprio questo centrodestra “aggiunto” (nelle intenzioni degli strateghi dem) al centrosinistra. Lo dicono le cifre: è, infatti, “Il Coraggio di cambiare” la lista più votata, con il 13,58% dei consensi. Il Pd si ferma esattamente 5 punti percentuali prima, facendo peggio di Fratelli d’Italia e della civica “Caputo per Rossano”, a sostegno dell’ex sindaco di provenienza aennina Giuseppe Caputo. Senza il “soccorso bianco” dei verdiniani, anche Rossano sarebbe andata al centrodestra tradizionale, che qui vanta una storica supremazia. E invece il movimento di Giuseppe Graziano, con l’innesto di qualche fedelissimo di Morrone come Pietro Lucisano, fuoriuscito da Forza Italia assieme al consigliere regionale per confluire nel movimento di Graziano, eletto a Palazzo Campanella nella Casa della libertà. È la mutazione genetica degli ex forzisti fulminati dall’intuizione di Verdini (ma Graziano non ha mai annunciato la propria adesione): mutazione punita dagli elettori cosentini e premiata dai rossanesi. Non che l’arrivo di Ala e soci abbia trascinato folle alle urne: al secondo turno hanno votato in 15mila contro i 22mila del primo. E più di 1.400 schede (quasi il 10% degli elettori del ballottaggio) sono risultate nulle o bianche. Insomma, non è il trionfo della partecipazione. E forse nemmeno della politica. I pacchetti di voti, però, in alcune aree della Calabria si sommano ancora. E, per non contraddire Totò, è la somma che fa il totale. (ppp)

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