SERRA SAN BRUNO Rigettato il ricorso contro il decreto Scura che prevede la riorganizzazione della rete ospedaliera e che penalizzerebbe le strutture ospedaliere di montagna. La decisione è stata adottata dal Tar Calabria con sentenza dell’11 maggio scorso, depositata in segreteria il 20 giugno, e che di fatto boccia il ricorso prodotto dal Comitato civico Pro Serre, assieme agli altri comitati sorti in difesa degli altri tre ospedali di montagna calabresi (Soveria Mannelli, Acri e San Giovanni in Fiore). A darne notizia lo stesso comitato che, in una nota, annuncia comunque battaglia contro il decreto 9 – emanato il 2 aprile 2015 dal commissario ad acta per il piano di rientro dal disavanzo sanitario, Massimo Scura – che viene definito «un atto che colpisce i più deboli. In particolare, i giudici amministrativi hanno rigettato il ricorso, dichiarandolo in parte improcedibile perché, successivamente, sulla stessa materia è intervenuto con alcune modifiche un ulteriore decreto (il numero 30 del 3 marzo 2016).
Una «battuta d’arresto» che però non arresta il desiderio dei promotori di proseguire la «lotta».
«Quella che si combatte nelle aule dei tribunali a colpi di carta bollata – scrivono i promotori del Comitato Pro serre – non è la nostra battaglia, ne siamo consapevoli, ma abbiamo comunque cercato di far valere in sede di giustizia amministrativa le ragioni di migliaia di persone che continuano a subire, con tutti i governi che si sono alternati negli ultimi anni sia a Catanzaro che a Roma, tagli indiscriminati a servizi essenziali per la sopravvivenza di intere comunità già emarginate sotto tutti i punti di vista. Ci abbiamo provato ¬– attaccano – , soprattutto perché nessun soggetto politico presente sul territorio, al di là delle belle parole e degli annunci da campagna elettorale, ha mai avanzato alcun atto concreto contro questa riorganizzazione sanitaria che finisce per colpire sempre i più deboli. Finora a queste latitudini solo il Comitato ha impugnato un decreto del tanto contestato (a parole) commissario Scura, mentre la Regione Calabria ha pensato bene di costituirsi in giudizio contro il Comitato e a favore di Scura. Sappiano, i mandanti e i sudditi politici di quest’ultimo, che non ci fermeremo certo qui, anche perché rimane in piedi nei decreti di Scura la clausola che prevede la chiusura dell’ospedale di Serra San Bruno nel momento in cui entrerà in funzione il nuovo ospedale di Vibo. Nonostante quella del nuovo ospedale sia già diventata l’ennesima vicenda tragicomica che questo territorio è costretto a subire, non possiamo certo accettare di sperare che la nuova struttura non vada mai a regime per mantenere in vita il presidio ospedaliero di Serra».
«Per questi motivi – concludono – riporteremo molto presto la nostra battaglia nelle strade e nelle piazze, nella convinzione che il ruolo di lotta del Comitato sia sempre più necessario per contrastare le nefandezze della politica nostrana e riscattare un territorio che, al di là delle decisioni della giustizia penale e amministrativa, ha estremo bisogno di almeno un minimo di giustizia sociale».
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