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La Calabria solidale lotta contro l'isolamento

RENDE Parlare del futuro dei giovani in Calabria attraverso la rete della solidarietà e lo sviluppo dei servizi socio-sanitari. È stato questo il tema al centro del primo appuntamento dei “Dialoghi…

Pubblicato il: 22/06/2016 – 15:08
La Calabria solidale lotta contro l'isolamento

RENDE Parlare del futuro dei giovani in Calabria attraverso la rete della solidarietà e lo sviluppo dei servizi socio-sanitari. È stato questo il tema al centro del primo appuntamento dei “Dialoghi sulla solidarietà”, iniziativa dedicata allo studio della condizione dei servizi socio-educativi e sanitari in Calabria, che si è tenuto all’University Club dell’Unical. L’incontro è promosso dal progetto didattico-scientifico Pedagogia della R-Esistenza e dal corso di Storia dell’educazione alla democrazia, tenuto da Giancarlo Costabile, e si concluderà con la costituzione di un Forum permanente sulla condizione del sociale in Calabria. Al seminario di studio – moderato dal professore Costabile – hanno partecipato il rettore dell’ateneo Gino Mirocle Crisci e il direttore del Dipartimento LiSe Franco Altimari; la docente Unical Rossana Adele Rossi, il segretario generale della Cisl Calabria Paolo Tramonti, il presidente provinciale del Csv cosentino Giovanni Romeo e il vicepresidente nazionale di Confapi Sanità Candida Tucci.

PERCORSO FORMATIVO Il rettore Crisci – che non è calabrese ma lavora e vive in Calabria da tempo – ha sottolineato come qui «ci sia tanto volontariato. Al Sud, in questo ambito, abbiamo tanto da insegnare agli altri». Il direttore Altimari ha ribadito la necessità di affrontare nuovi percorsi di solidarietà e ha illustrato alcune iniziative in programma all’Unical.
La formazione dell’uomo attivo e solidale è stata al centro dell’intervento della professoressa Rossi che ha sottolineato come «il volontariato impone anche un’azione solidale e politica. Bisogna creare una rete ai fini di valorizzare il percorso formativo». Infatti poi bisogna confrontarsi con i problemi del territorio. Di cui hanno parlato, nel dettaglio, gli operatori del settore.

GLI ESPERTI DEL SETTORE In particolare, il presidente del Csv Giovanni Romeo non ha voluto fare una lezione accademica ma ha trasmesso agli studenti dei flash delle esperienze vissute, da quella vissuta in una casa famiglia: «Un momento vissuto con i bambini che ha segnato in modo positivo tutta la mia vita». E poi l’esperienza del Banco alimentare che nella provincia di Cosenza opera attivamente: «Riusciamo a dare una mano a circa 120mila persone che non vuol dire risolvere il problema della povertà. Pensate a un padre senza lavoro che deve mantenere una famiglia. Un papà mi ha scritto una lettera in cui diceva di vergognarsi per questa situazione».

I SINDACATI A tirare le fila di un momento di intenso confronto è stato il segretario Tramonti. «I dati che riguardano questa regione sono allarmanti. In questi ambiti la Calabria vive un protagonismo isolato ed è per questo che sono necessarie azioni forti. Manca integrazione tra servizi sociali e sanitari. Ci siamo impegnati per due leggi regionali sulle famiglie disagiate, ma queste leggi non hanno avuto copertura finanziaria». Il segretario Tramonti ha snocciolato dati e numeri per evidenziare come «siamo un po’ indietro ma qualche passo si sta facendo. Dobbiamo stabilire un dialogo proficuo con il governo nazionale e regionale. Bisogna concedere una possibilità di ripresa alle famiglie in difficoltà intervenendo nei casi più urgenti e poi avviando un percorso di integrazione. Le priorità sono i servizi assistenziali, sanitari e il diritto allo studio. In Calabria, purtroppo, sette anni di commissariamento nella sanità non hanno portato nulla di positivo: l’emigrazione sanitaria è aumentata».
Luci e ombre dell’assistenzialismo e del volontariato sono state illustrate dalla vicepresidente Confapi Tucci: «Le criticità sono legate alla mancata applicazione della legge regionale sul welfare. Bisognerebbe applicare anche il piano di conversione delle strutture sanitarie che non sono più idonee. Adesso la legge 23 ha messo al centro l’utente. Dobbiamo superare lo stato di bisogno».
Per concludere l’esperienza diretta vissuta da una studentessa, Elvira, del corso che opera come educatrice e con voce emozionata ha raccontato la sua esperienza ribadendo che «non ci si improvvisa educatori ma lo si diventa studiando».

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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