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La Cgil chiede il rimpasto a Oliverio

CATANZARO «L’esito elettorale appena concluso apre seri problemi di riflessione sulla situazione del Paese e della Calabria e rispetto all’azione del Governo, della Regione, del più importante part…

Pubblicato il: 23/06/2016 – 11:14
La Cgil chiede il rimpasto a Oliverio

CATANZARO «L’esito elettorale appena concluso apre seri problemi di riflessione sulla situazione del Paese e della Calabria e rispetto all’azione del Governo, della Regione, del più importante partito italiano. La Cgil auspica un radicale cambio di passo nella politica economica del governo, per fronteggiare le crescenti ingiustizie sociali, la crescente precarietà e disoccupazione, una azione per il Sud evanescente e propagandista». È quanto si afferma in una nota della segreteria regionale della Cgil. «Pesano i mancati rinnovi – prosegue la nota – dei contratti in generale, e del pubblico impiego in particolare; un sistema pensionistico con crescente ingiustizia nei confronti dei giovani e un aumento “sproporzionato” dell’età pensionabile che danneggia i lavoratori più anziani e non favorisce l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro. Le politiche finora seguite dal governo non fanno uscire il Paese dalla crisi e lo stesso esecutivo è fonte di crescenti lacerazioni e contrapposizioni e divisioni nel corpo della società. È urgente cambiare politica da parte del governo, interpretare le crescenti ingiustizie sociali, fare un bagno di umiltà, cambiare anche squadra di governo. Gli effetti di questa politica pesano negativamente anche sulla Calabria, ai quali si aggiungono errori, limiti e inadeguatezze del quadro politico di governo».
«L’azione di rinnovamento e di rilancio della Regione, anche se ben impostata – sottolinea ancora la Cgil della Calabria – trova ostacoli profondi nella macchina amministrativa, in una distanza tra annunci e realizzazioni, nessun effetto sulla ripresa dell’occupazione e della crescita, mentre rimangono al palo questioni strategiche come la Sanità, i trasporti, il nodo di Gioia Tauro, una più decisa accelerazione delle realizzazioni dei fondi comunitari. Accentramento di funzioni di settori strategici per le politiche di crescita non aiutano il contesto. Ma limite più grave è la distanza per le delusioni provocate negli anziani, i giovani e la crescente fascia della povertà con annunci successivamente disdetti e poi mai realizzati con effetti sull’aumento dell’astensionismo, qualunquismo e del rifiuto della politica. Occorre una svolta nelle politiche finora fatte, nella capacità di realizzazione, nella stessa squadra di governo, in un minore “appiattimento” sulle politiche evanescenti del governo verso il Sud, come dimostra la questione di Gioia Tauro, e serve recuperare l’entusiasmo della prima fase».

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