CATANZARO Circa duecento anni di carcere. È questa la richiesta della Dda di Catanzaro per gli indagati (che hanno scelto il rito abbreviato) del procedimento “Plinius 2” che vede coinvolti esponenti della criminalità dell’alto Tirreno cosentino, in particolare la cosca Valente-Stummo, ma anche ex esponenti della pubblica amministrazione del Comune di Scalea.
LE RICHIESTE DI CONDANNA C’è anche il nome dell’ex assessore comunale di Scalea, Raffaele De Rosa, tra gli indagati di “Plinius 2”. L’accusa nei suoi confronti è quella di tentativo di induzione indebita a dare o promettere utilità, perché in concorso con l’ex sindaco Pasquale Basile e con Pietro Valente, avrebbe indotto il consigliere comunale Mauro Campilongo a dimettersi.
Il pm Pierpaolo Bruni ha chiesto al gup Pietro Scuteri pesanti condanne per i 21 imputati. Nello specifico: Ferdinando Aliberti (7 anni); Ettore Arcuri (9 anni); Raimondo Barbaro (9 anni); Luca Carrozzini (8 anni); Franco Cipolla (6 anni); Giuseppe Crusco (14 anni); Raffaele De Rosa (7 anni); Anthony Johnny Della Montagna (9 anni); Edone Esposito (13 anni); Gaetano Favaro (16 anni); Emilio Iacovo (15 anni); Francesco Saverio La Greca, Gian Claudio Lombardo (12 anni); Guido Maccari (9 anni); Antonio Mandato (8 anni); Giuseppe Misiano (10 anni); Franco Scornaienchi (8 anni); Giuseppe Silvestri (7 anni); Rocco Spataro (15 anni); Alessandro Stummo (10 anni); Carmelo Valente (14 anni); Luigino Valente. (12 anni). Ad alcuni degli imputati è contestata l’associazione mafiosa. Tra questi ad Aliberti; Carrozzini; Arcuri; Della Montagna; Iacovo; Misiano; Stummo; Carmelo e Luigino Valente.
Le accuse contestate dalla Dda di Catanzaro vanno dall’associazione per delinquere di stampo mafioso all’estorsione, alla tentata estorsione, all’usura, alla turbativa d’asta, al contrabbando di tabacco, e poi tentato omicidio, induzione indebita a dare e promettere utilità, vendita di sigarette contraffatte, ricettazione, violenza o minaccia per costringere a commettere un reato, calunnia, violazione di domicilio, porto illegale di armi. I reati, commessi tra il 2008 e il 2015, sono aggravati dall’impiego del metodo mafioso.
Per gli imputati che hanno scelto il rito ordinario il processo prenderà il via il prossimo 3 ottobre a Paola.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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