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Uccise la figlia neonata, disposto il giudizio immediato

CATANZARO Si terrà il quattro ottobre, in corte d’Assise a Catanzaro, la prima udienza a carico di Marianna Roshka, 32enne accusata dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere della sua bambina,…

Pubblicato il: 24/06/2016 – 17:18
Uccise la figlia neonata, disposto il giudizio immediato

CATANZARO Si terrà il quattro ottobre, in corte d’Assise a Catanzaro, la prima udienza a carico di Marianna Roshka, 32enne accusata dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere della sua bambina, morta appena subito dopo il parto. Nei confronti della donna di origini ucraine è stato stabilito il giudizio immediato, richiesto dal sostituto procuratore Alessandro Prontera.
La scorsa estate, il 17 agosto, la giovane, che si trovava a Montepaone in vacanza dai suoceri, intorno alle sei del mattino, stando alle ricostruzioni degli investigatori, è andata in bagno al piano di sotto. Qui, in preda alle contrazioni, avrebbe dato alla luce la sua bambina, una creatura sana, viva. Secondo l’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip Pietro Scuteri, la Roshka, dopo avere tagliato il cordone ombelicale, avrebbe completamente avvolto la neonata in un asciugamano, poi avrebbe nascosto il fagottino in una busta di plastica provvedendo a chiuderla da ogni lato. Infine avrebbe riposto il suo segreto in una valigia, dentro un armadio con altre valige. Il tutto senza far accorgere di nulla i familiari che si trovavano in casa. Qualcosa però quel giorno andò male: una terribile emorragia costringe la giovane ucraina ad essere trasportata in ospedale dove il suo segreto, sotto gli occhi increduli dei familiari e del compagno, viene alla luce: aveva partorito. Una perquisizione dei carabinieri in casa dei suoceri rivela la macabra scoperta. Inizialmente la 32enne raccontò di avere nascosto la gravidanza perché convinta che il convivente non avrebbe voluto il terzo figlio. Allo scadere della gestazione avrebbe partorito nella vasca da bagno ma la bambina sarebbe nata già morta, forse a causa del cordone stretto intorno al collo. Una versione che non ha mai convinto gli inquirenti, anche alla luce delle perizie medico legali.
Dal 4 ottobre questa vicenda sarà discussa davanti alla corte d’Assise.

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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