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Fondi Ue, il tentativo di estromettere Fincalabra

È guerra dichiarata tra un gruppo di consiglieri regionali e il presidente Oliverio. Motivo del contendere: Fincalabra! La società finanziaria della Regione Calabria è in procinto di essere messa i…

Pubblicato il: 27/06/2016 – 9:01
Fondi Ue, il tentativo di estromettere Fincalabra

È guerra dichiarata tra un gruppo di consiglieri regionali e il presidente Oliverio. Motivo del contendere: Fincalabra! La società finanziaria della Regione Calabria è in procinto di essere messa in fuorigioco dall’assistenza tecnica al Por (Programma operativo regionale) con l’intento, secondo quanto si sostiene, di favorire società esterne. Chi sarebbero le società fortunate non è dato sapere: tace sul punto chi accusa, più che mai chi si difende.
Di certo è che circa 25 milioni di euro (a tanto ammonta l’affidamento per la gestione del Por per la valorizzazione delle risorse comunitarie, messe a disposizione della Calabria nell’ambito della politica di coesione finalizzata a dare risposte rapide alle esigenze del sistema produttivo e del territorio mediante la velocizzazione della spesa) starebbero per prendere strade diverse da quella della Finanziaria calabrese. Si fa riferimento ad agenzie esterne alla struttura regionale i cui costi, così come è accaduto fino a poco tempo fa per la Sanità, sarebbero ragguardevoli.
Il J’accuse fa parte di una interrogazione inviata al presidente Oliverio e, per conoscenza, all’Anticorruzione nazionale e regionale e alla Corte dei Conti per un possibile danno erariale.
L’accusa che fa tremare le vene dei polsi, specie in un contesto poco felice per il partito di maggioranza, muove dall’iniziativa politica dei consiglieri Tallini, Orsomarso, Mangialavori e Cannizzaro i quali, in modo diretto, sostengono che l’azione del presidente Oliverio affosserebbe Fincalabra perché le sottrarrebbe un compito che le era stato formalmente affidato dalla precedente Giunta regionale.
Apriti cielo! La reazione è stata di pari portata. «Sono menzogne – si tuona dalla Regione – il Por non prevedeva incarichi per Fincalabra e i servizi saranno affidati mediante bandi pubblici». E, poiché l’accusa era stata particolareggiata, qualcuno da Germaneto ha cercato di addolcire la pillola riconoscendo che «la delibera citata nell’interrogazione prevede il ricorso prioritario alla Finanziaria regionale in relazione alla tipologia di attività da svolgere, ovvero non per tutti i servizi, ma per quelli più attinenti alle competenze della Società».

E quali sono le finalità istituzionali di Fincalabra? Tra le priorità strategiche della Società vi sono lo sviluppo del sistema produttivo calabrese attraverso la creazione di nuova impresa; l’innalzamento dei livelli di competitività; il miglioramento delle condizioni di accesso al credito; la promozione dello sviluppo tecnologico e del sostegno all’internazionalizzazione; la qualificazione delle risorse professionali e manageriali e dell’incremento dei livelli occupazionali in Calabria. Tutto ciò consente a Fincalabra di operare a sostegno del sistema produttivo regionale ponendosi come elemento di raccordo e di congiunzione tra le politiche regionali, il sistema del credito e il sistema imprenditoriale.
Ce n’è quanto basta per capire che si tratta di una struttura il cui potenziale garantisce di assolvere pienamente ai servizi correlati anche al Por e, soprattutto, senza costi aggiuntivi per il bilancio regionale nel caso di affidamento a soggetti esterni. Qualcuno dovrebbe ricordarsi che una giunta, la numero 206 del 19 maggio 2014, vincola la Regione ad affidare tutti i bandi relativi alla programmazione 2014 – 2020 a Fincalabra, così come fa da tempo il Piemonte che affida regolarmente i bandi a Finpiemonte sulla base di un accordo di programma quadro che in Calabria il Governatore ritiene di non dover adottare nonostante le ripetute sollecitazioni da parte dei dirigenti regionali. Tale accordo non soltanto consentirebbe una corretta gestione di Fincalabra ma, secondo unanimi previsioni, renderebbe possibile l’assunzione di nuovo personale. E non sarebbe poco per una regione il cui tasso di disoccupazione raggiunge cifre importanti, tali da porla all’ultimo posto della classifica nazionale.
E non è neppure un elemento marginale ricordare che Fincalabra vanta crediti, sulla base di fatture non liquidate dalla Regione, per oltre tre milioni di Euro. Un dato raccapricciante se si considera che viene fatto persistere lo stato debitorio, che coinvolge anche la Regione, nei confronti dei dipendenti ai quali non vengono pagati emolumenti arretrati di cui la società in house si è fatta carico a seguito dell’acquisizione del ramo d’azienda (ex art. 2112 c.c.) da parte di Calabria IT.
In questa vicenda si coglie una strana sensazione, dal sapore persino raccapricciante, riguardo la Finanziaria regionale che probabilmente non viene considerata come meriterebbe, come sarebbe giusto che fosse per una realtà il cui lavoro concorre ad alzare l’asticella non solo dell’efficienza, ma anche della considerazione della Regione nel rapporto con i suoi assistiti.
Se, viceversa, dovessero esserci motivi di altro genere che determinano la fin troppo evidente ostilità verso una società che merita ben altra considerazione soprattutto per il suo livello di professionalità, non sembra giustificabile che si abbatta sui dipendenti la scure dell’indifferenza o, peggio, delle difficoltà artatamente costruite per fini inconfessabili, mettendo in crisi il sistema.

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