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Intimidazioni a Lamezia, arrestato un 20enne

LAMEZIA TERME «Mettetevi a posto sennò la prossima volta pagheranno i vostri familiari». Il bigliettino portava in dote tre cartucce di fucile. Era il 26 gennaio quando il titolare dell’Aci di…

Pubblicato il: 27/06/2016 – 8:15
Intimidazioni a Lamezia, arrestato un 20enne

LAMEZIA TERME «Mettetevi a posto sennò la prossima volta pagheranno i vostri familiari». Il bigliettino portava in dote tre cartucce di fucile. Era il 26 gennaio quando il titolare dell’Aci di Lamezia Terme, Michele La Rosa, si è trovato davanti a una richiesta inequivocabile e a una minaccia per niente velata. La prima di una lunga serie di intimidazioni che sarebbero riecheggiate in città. Esecutore materiale di questi illeciti è ritenuto Giuseppe Galluzzi, 20 anni, al quale i carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme, guidati dal capitano Fabio Vincelli, lunedì mattina hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Catanzaro su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Le indagini dei militari portano al giovane quale autore di una serie di intimidazioni. Oltre a quella del 26 gennaio, si imputano all’indagato anche l’incendio dell’automobile dello stesso La Rosa, avvenuta il 5 febbraio. Ma non solo, il giovane è accusato anche delle intimidazioni ai danni del supermercato Conad di via Piave dinnanzi al quale il 20 gennaio sono state trovate tre cartucce di fucile e il 26 gennaio, di nuovo, tre cartucce e un bigliettino: «Ancora non ti sei regolato, ti teremo (sic!) la vita impossibile». Al 20enne viene contestata anche l’intimidazione ai danni del negozio Golden Black avvenuta il 28 gennaio scorso. Sempre la stessa dinamica, tre cartucce e un bigliettino: «Mettetevi a posto sennò la prossima volta pagheranno i vostri familiari». Per tutti questi episodi Galluzzi è accusato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Il ragazzo era stato tratto in arresto lo scorso 10 febbraio dagli agenti del commissariato di Lamezia Terme perché accusato di avere esploso dei colpi di pistola contro l’agenzia Mediaexpress e per le intimidazioni ai danni della Autolife Toyota. Tutti gli episodi si registrano nello stesso periodo tra il 4 e il 10 febbraio. A nulla sono valsi il cappuccio e la maschera che il giovane indossava durante i suoi “raid”, le immagini delle telecamere e le indagini degli investigatori lo hanno raggiunto e lo accusano.
Le indagini proseguono ora per capire quale, tra le cosche del lametino, Galluzzi avrebbe agevolato con la propria condotta criminosa.

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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