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Appalti alle “ditte amiche”, Occhiuto sentito in Procura

COSENZA Per tre ore è stato sentito in Procura come persona informata sui fatti il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto nell’ambito dell’inchiesta della Procura che da mesi sta cercando di fare c…

Pubblicato il: 28/06/2016 – 12:57
Appalti alle “ditte amiche”, Occhiuto sentito in Procura

COSENZA Per tre ore è stato sentito in Procura come persona informata sui fatti il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto nell’ambito dell’inchiesta della Procura che da mesi sta cercando di fare chiarezza sugli affidamenti di appalti e lavori alle presunte “ditte amiche”. Un’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Marisa Manzini, che un mese fa ha portato i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria a perquisire gli uffici di Palazzo dei Bruzi dopo l’iscrizione sul registro degli indagati di sei persone tra cui Carmine Potestio, già capo di Gabinetto dell’ex sindaco Mario Occhiuto, e alcuni dirigenti. Si tratta del dirigente del settore Lavori pubblici Domenico Cucunato, l’ingegnere Carlo Pecoraro (direttore di settore del dipartimento Lavori pubblici e Urbanistica del Comune), la ditta Medlabor (nota alle cronache per la vicenda delle luminarie) con il responsabile Antonino Scarpelli, gli imprenditori Francesco Amendola (titolare della ditta Cmt) e Antonio Amato (per l’azienda “Fratelli Amato”). Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di corruzione e abuso d’ufficio.
Il sindaco Occhiuto è stato ascoltato dal procuratore aggiunto Manzini e dalla Guardia di finanza e ha fornito tutte le spiegazioni agli inquirenti, riferendo ciò che è a sua conoscenza. Vige uno strettissimo riserbo sul contenuto del colloquio trattandosi di indagini ancora in corso. Nelle scorse settimane la Finanza, dopo aver passato al setaccio tutto il materiale già acquisito, ha chiesto ai dirigenti comunali di consegnare ulteriore documentazione amministrativa, ovvero delibere e determine che dovrebbero essere depositate a breve.
Al vaglio degli inquirenti delibere e affidamenti di appalti e lavori che riguardano non solo le famose luminarie (realizzate dalla Medlabor) che portarono Palazzo dei Bruzi sotto i riflettori nazionali. Le irregolarità riguarderebbero le modalità di assegnazione dei lavori attraverso il sistema della frammentazione che avrebbe consentito l’affidamento diretto sotto la soglia minima dei 40mila euro prevista dalla legge per indire le gare d’appalto.
I finanzieri hanno già acquisito numerosi faldoni e sequestrato 15 supporti informatici, tra cui pc, tablet e pennette usb. Le perquisizioni vennero effettuate anche nelle abitazioni di alcuni degli indagati.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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