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Intimidazione a un'azienda del Consorzio Goel

CATANZARO Persone non identificate hanno abbattuto, a Stilo (Reggio Calabria), 13 alberi di ulivo di proprietà di un produttore associato al Consorzio Goel Bio. Il fatto, accaduto nella notte tra i…

Pubblicato il: 28/06/2016 – 16:24
Intimidazione a un'azienda del Consorzio Goel

CATANZARO Persone non identificate hanno abbattuto, a Stilo (Reggio Calabria), 13 alberi di ulivo di proprietà di un produttore associato al Consorzio Goel Bio. Il fatto, accaduto nella notte tra il 25 e il 26 giugno, in contrada Tavoleria, è stato reso noto oggi dal presidente di Goel, Vincenzo Linarello. «Sono stati mandati in fumo venti anni di lavoro – ha detto Linarello – ma non ci piegano. Ricompreremo alberi di ulivo di venti anni, così non servirà del tempo perché ricrescano e producano frutti. La ‘ndrangheta va disonorata e deve capire che ciò che cerca di indebolire con questi atti diventa più forte. Taglia alberi? Noi li ripiantiamo. Brucia trattori? Acquisteremo quelli nuovi per sostituire quelli usati. Non abbasseremo mai la testa». Non è la prima volta che il Consorzio Goel Bio viene interessato da attentati intimidatori. Nel novembre dello scorso anno toccò all’azienda agricola La Lanterna di Monasterace che subì gravi danni a seguito di un incendio. Sull’episodio, ha presentato una nuova interrogazione al ministro degli Intern il presidente della VIII Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci. «Come noto Goel Bio è la cooperativa delle aziende agricole anti ‘ndrangheta del Gruppo Goel – osserva Realacci – famoso anche per il primo marchio di moda eco-etica di fascia alta in Italia ‘Cangiari’». Per il deputato «Questo grave atto di intimidazione purtroppo non è isolato – prosegue Realacci – Negli ultimi sette anni sono diversi gli attentati subiti, atti incendiari compresi, dai soci di Goel Bio. Eclatante il caso della società agricola A’ Lanterna, che in questo lasso di tempo ha subito ben sette attentati. Episodi gravi sui quali avevo già richiamato l’attenzione del ministro degli Interni con diversi atti di sindacato ispettivo». Al Viminale, Realacci ha chiesto « di rafforzare ulteriormente il controllo del territorio e la presenza dello Stato nella Locride, affinché il rilancio legale e sostenibile di quel territorio non venga più minacciato dalla criminalità mafiosa», perché – sostiene – «un efficace controllo del territorio e la presenza forte dello Stato come argine all’ illegalità, getta le basi per aiutare la buona economia, il turismo sostenibile, fiaccando la criminalità organizzata». 

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