REGGIO CALABRIA «Riveste un alto valore politico la mozione approvata dal Consiglio regionale, su proposta del collega Arturo Bova, per ribadire ancora una volta il “no” alla centrale a carbone di Saline Joniche. Un progetto che non può essere realizzato senza “l’intesa forte” con la Regione, cioè con l’organo democratico che esprime la volontà della comunità calabrese». Lo ha affermato, al termine dei lavori dell’assemblea di Palazzo Campanella, il presidente Nicola Irto.
«Il documento che ha ottenuto il parere favorevole dell’Aula, quest’oggi, era quanto mai opportuno alla luce degli ultimi sviluppi di una vicenda giudiziaria e amministrativa che dura ormai da oltre otto anni e che rendeva necessaria un’altra ferma presa di posizione della Regione – ha proseguito Irto -. Con la mozione si impegna la giunta, sensibile ai temi della salvaguardia dell’ambiente, ad assumere provvedimenti formali, a cominciare da una propria delibera, in coerenza con il percorso che ha visto finora l’Ente ribadire la propria contrarietà all’opera».
Secondo il presidente del Consiglio regionale, «la centrale a carbone rappresenta un modello superato e altamente inquinante per la produzione di energia: non opporsi al progetto significa guardare al passato e mantenere una visione anacronistica delle politiche energetiche, tema oggi fondamentale per lo sviluppo del territorio. E ciò è paradossale in una regione come la Calabria, che produce un surplus di energia da fonti rinnovabili, oltretutto in uno scenario complessivo trasformato dalla recente apertura dell’elettrodotto Sorgente-Rizziconi. Tale opera, inaugurata poche settimane fa alla presenza del presidente Renzi, ha collegato la nostra regione alla Sicilia, abbattendo una “frontiera” esistente fino a pochissimo tempo fa. Il futuro dell’area di Saline Joniche – ha concluso Nicola Irto – passa da un modello di sviluppo sostenibile e pulito. È quanto vogliono i calabresi, la cui volontà va rispettata».
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