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Il superconsulente immune allo spoils system

CATANZARO C’è un superconsulente in Regione Calabria. È arrivato quando a guidarla era Giuseppe Scopelliti, ci è rimasto quando l’allora governatore è stato costretto alle dimissioni da una condann…

Pubblicato il: 29/06/2016 – 15:51
Il superconsulente immune allo spoils system

CATANZARO C’è un superconsulente in Regione Calabria. È arrivato quando a guidarla era Giuseppe Scopelliti, ci è rimasto quando l’allora governatore è stato costretto alle dimissioni da una condanna a sei anni cedendo il posto alla sua vice Antonella Stasi, ma non è andato via neanche quando a Palazzo Alemanni è approdato Mario Oliverio. Dal 2014 ha collezionato ben remunerati incarichi e consulenze in tutti i “carrozzoni” legati alla Regione che si occupino di lavoro e formazione, per convertirsi oggi in uno dei consulenti più ascoltati dal governatore Mario Oliverio e dall’assessore Federica Roccisano (oggi, e prima ancora da Carlo Guccione). Eppure Stefano Locatelli – questo il nome – non è neanche laureato. Il suo percorso scolastico si ferma al diploma di ragioniere conseguito con un misero 43/60 all’istituto Tanari di Bologna. Dal suo curriculum vitae emerge invece uno storico rapporto con Comunione e Liberazione, sotto la cui ala protettrice ha fatto carriera, prima nella natia Emilia Romagna, poi a Milano. Se per i primi anni Novanta si rintracciano infatti solo incarichi come contabile in enti come l’Enea o in imprese siderurgiche, dal ’94 in poi – e senza che ulteriori esperienze formative appaiano nel cv – con l’arrivo alla sede bolognese di Cl, Locatelli sembra scoprire il grande mondo della formazione. E inizia a collezionare incarichi. Approda prima al Consorzio Scuola Lavoro, socio ed ente di riferimento per la formazione della Compagnia delle Opere, prima a Bologna poi in Lombardia.

Senza uno straccio di laurea, nel tempo si fa strada anche in ambito istituzionale, tanto da essere reclutato dall’agenzia ministeriale Italia Lavoro nel 2012. Alcuni lo vogliono molto vicino al ministro Giuliano Poletti, anche lui negli anni Novanta impegnato nella formazione – era presidente di «Efeso», l’ente dedicato della Legacoop Emilia-Romagna – prima di diventare capo di Legacoop Nazionale. Ma allo stato, rimane chiacchiericcio da corridoi della burocrazia istituzionale. Di certo si sa –perché è lui ad attestarlo nel suo cv – che arriva in Calabria nel 2014. E subito diventa consulente senior della Fondazione Calabria Etica e della Regione, da cui è incaricato di affiancare i dirigenti competenti nella predisposizione del Comitato di sorveglianza e nella riprogrammazione di Garanzia Giovani, ma anche del coordinamento assistenze tecniche Por Fse Calabria 2014-2015, della programmazione dell’utilizzo dei fondi residui del Por Fse 2007-2013, della riprogrammazione del fondo e del piano di azione e di coesione. Un compito che ha finito per svolgere anche per Pricewaterhouse, quando la società di consulenza è stata chiamata a mettere mano e verificare i progetti presentati per beneficiare dei fondi comunitari. A dicembre la società ha infatti comunicato alla Regione di aver inserito proprio Locatelli nel team di assistenza tecnica «con profilo Senior 4 e ruolo di “esperto sistemi informativi e per il lavoro”». Ha finito dunque per essere al contempo controllato e controllore dei medesimi progetti? Non è dato sapere. Di certo si sa invece che su Calabria Etica, tra sprechi e illusioni vendute a poco prezzo, ha finito per indagare la Procura. E la Regione – stando ai richiami di Bruxelles – qualche problema sul Por continua ad averlo. Evidentemente, però, il lavoro fatto da Locatelli deve aver convinto. E infatti il 16 dicembre per decreto del commissario straordinario di Azienda Calabria Lavoro, Fortunato Varone, Locatelli strappa un nuovo contratto di collaborazione. Dura pochi mesi – dal 17 dicembre al 30 aprile – e prevede un compenso di 4.980 euro, ma mette in mano al consulente di Regione Calabria una responsabilità importante. È a lui – si legge nel decreto – che tocca la «riorganizzazione del personale facente parte del bacino della L.R. 1/2014, al fine di consentire un maggiore utilizzo dei lavoratori nell’ambito dei Dipartimenti regionali, procedendo ad un’analisi dei vari curricula e verificando la compatibilità tra il fabbisogno richiesto dai Dipartimenti e le professionalità presenti tra i lavoratori in utilizzo presso i vari Comuni, assicurando così una maggiore qualità ed efficienza delle prestazioni lavorative». 
Incarichi importanti e delicati, che hanno messo in mano a Locatelli non solo fondi rilevanti da ridestinare, ma anche – se non soprattutto – un enorme quota di potere. A quanto pare, non ancora esaurita. Sebbene i contratti siano da tempo scaduti, non è difficile incontrarlo al dipartimento Lavoro in Regione.
Con quale scopo? Anche questo non si sa. Magari lo chiarirà l’ennesimo futuro incarico.

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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