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Le maestranze incontrollabili del governato(re)

L’onorevole Sebastiano Barbanti non sa farsene una ragione: ma come può un burocrate regionale agire in spregio non solo alla legalità ma anche alle direttive del presidente dell’ente per il quale …

Pubblicato il: 30/06/2016 – 15:31
Le maestranze incontrollabili del governato(re)

L’onorevole Sebastiano Barbanti non sa farsene una ragione: ma come può un burocrate regionale agire in spregio non solo alla legalità ma anche alle direttive del presidente dell’ente per il quale lavora?
È tale l’indignazione, e l’angoscia, che traspare dalla nota del parlamentare che non resistiamo alla tentazione di soccorrerlo. Per venirne a capo, preliminarmente, l’onorevole Barbanti dovrà prendere atto di tre cose:
1. Di quel che le sue maestranze fanno il nostro governato(re) ha solo parziali, scarse e tardive informazioni;
2. Quelle maestranze sanno di essere inamovibili, intoccabili e incontrollabili perché a sceglierle prima ed a blindarle dopo, è stato proprio lui, il governato(re), evidentemente aderendo ad un’offerta che, come direbbe Mario Puzo, «non poteva rifiutare»;
3. Non è assolutamente detto che le maldestre operazioni quotidianamente consumate dalle dette maestranze siano veramente sgradite al governato(re), in ogni caso offrono un alibi da utilizzare davanti ai taccuini dei cronisti, nei tavoli interministeriali e persino in sede di contenzioso giudiziario o di grane investigative.
Se vuole soddisfazione nel merito, l’onorevole Barbanti, si metta in fila e attenda, come stanno già facendo la Lucarelli per il pastrocchio Ryanair; i disoccupati per le alchimie di Garanzia Giovani; i dipendenti della Fondazione Campanella per il fallimento della stessa; i vertici dell’Inail per la mancata apertura del Centro protesi di Lamezia; gli operatori del settore forestale per i finanziamenti comunitari persi per il mancato dialogo tra due uffici e via con un elenco interminabile di commissioni d’inchiesta promesse, insediate e… svanite.
Si rassegni anche sul fronte giudiziario: nessun magistrato potrà liberarci dalla cattiva amministrazione se quelle poche volte che, costretto a farlo, il nostro governato(re) invia atti ed esposti alla Procura precisando che si agisce per fatti “ad opera d’ignoti”, come avvenuto per la Pec del dipartimento sanitario che mobilitava l’avvocatura regionale contro i comuni che avevano impugnato davanti al Tar il Piano sanitario varato dal commissario Scura.
Quale soddisfazione vuole prendersi, onorevole Barbanti, davanti a un mostro burocratico dove manovratori e manutengoli restano “ignoti” mentre i beneficati, al contrario, sono sempre i “soliti noti”?

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