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I quattro Pd in rotta di collisione

LAMEZIA TERME Sarà una lunga settimana per il Partito democratico calabrese. O, forse, sarebbe meglio dire per i Partiti democratici. Perché, tra correnti consolidate e in formazione, le spinte div…

Pubblicato il: 03/07/2016 – 9:42
I quattro Pd in rotta di collisione

LAMEZIA TERME Sarà una lunga settimana per il Partito democratico calabrese. O, forse, sarebbe meglio dire per i Partiti democratici. Perché, tra correnti consolidate e in formazione, le spinte divisive sono tante e sarà difficile tenere insieme i pezzi. Gli appuntamenti fissati sono due. Uno non ufficiale: un’autoconvocazione di iscritti e amministratori (alla quale è annunciata la presenza di consiglieri regionali, consiglieri provinciali e sindaci) che sfodererebbero volentieri il lanciafiamme evocato da Matteo Renzi. Si vedranno mercoledì all’hotel Lamezia. L’altro è la direzione regionale riconvocata da Ernesto Magorno dopo due annunci e altrettanti rinvii. L’appuntamento è per sabato prossimo (ma i maligni scommettono che salterà di nuovo). Ma ci sono anche altri pezzi di Pd. Silenti, ma non per questo meno interessati a entrare nelle dinamiche post-elettorali. Sono quattro anime che potrebbero scontrarsi, sempre che non prevalgano i soliti appelli alla finta unità.

GLI AUTOCONVOCATI Gli autoconvocati – tra i quali è uscito allo scoperto, finora, soltanto il consigliere comunale di Cosenza Marco Ambrogio – chiedono di fare tabula rasa. Via il segretario regionale Magorno, via (almeno) i tre segretari provinciali con doppi incarichi e per questo “illegittimi” secondo lo Statuto. Vogliono ripartire da zero ma senza un commissario “balneare” calato da Roma. Sono pronti a recapitare un documento alla direzione nazionale del partito e a proporsi per fare un passo avanti e formare una nuova classe dirigente. Tante cose (forse troppe?) da tenere insieme. Il primo passo – anche solo per contarsi – sarà quello di mercoledì. Poi si vedrà.

RIVOLUZIONARE DALL’INTERNO E’ una rivoluzione “dall’interno”, invece, quella proposta da Carlo Guccione. Il consigliere regionale sconfitto da Mario Occhiuto a Cosenza, in un’intervista al Quotidiano del Sud, rilancia l’analisi sulle amministrative già offerta nel dopo-voto: nel Pd qualcuno ha tradito. Lo dicono i numeri: l’area dem che, alle regionali del 2014, aveva raccolto percentuali quasi bulgare è scesa al 6,9%. Guccione parla di un sabotaggio partito da lontano, con le resistenze alla sua candidatura (proposta a settembre da Magorno) e una disorganizzazione “organizzata” fino al forfait di Lucio Presta. Salva Oliverio (“è stato leale”) ma sottolinea che il governatore ha perso dappertutto da quando ha conquistato la Regione, a differenza di Loiero e Scopelliti che, invece, le amministrative da governatori le avevano vinte. Poi parla da riorganizzatore del partito, almeno a Cosenza. Bisogna ripartire “dai consiglieri eletti e dai tanti giovani che si sono impegnati con successo nella competizione elettorale. Dobbiamo rilanciare con forza il progetto politico che abbiamo proposto alle regionali e che è stato premiato dai calabresi”. Chiede una “rivoluzione”, ma è un proposito che non coincide con quello degli autoconvocati. Per lui, quella storia è “aria fritta. Il problema non è di sostitutismo, dobbiamo creare un partito mai nato”. Difficile che scoppi l’amore.

OLIVERIO MISSING C’è chi dichiara e prova a uscire allo scoperto. E chi, invece, dopo le sconfitte e i momenti di difficoltà, riesce a scomparire. Mario Oliverio, non lo dice Guccione ma la storia delle ultime amministrative, è salito su tutti i palchi perdenti del Pd. A Cosenza e a Crotone le sconfitte sono state brucianti. Nella Città dei Bruzi ha sponsorizzato la metroleggera e il nuovo ospedale nell’area di Vaglio Lise. Per tutta risposta, i cittadini hanno scelto un sindaco che non vuole né l’una né l’altro. Eppure, nel panorama post atomico del centrosinistra calabrese il governatore è riuscito solo a dire che si deve riflettere. Mentre lavora a una nuova giunta meno tecnica e boccia – come Guccione – il sostitutismo, Oliverio pensa a provvedimenti che riducano l’ingiustizia sociale. E per il Pd? Dice che bisogna fare un’analisi. Sì, ma rivolgendosi possibilmente a uno bravo. E comunque nel mirino c’è anche lui.

IL NODO DELLE POLITICHE In tutto questo caos (quasi) silente, un’altra fetta dei dem tace e aspetta gli eventi. L’obiettivo, non dichiarato ma ben visibile, è una ricandidatura alla Camera (dando per scontato che passi la riforma costituzionale, in caso contrario sarà difficile trovare tracce del Pd calabrese). In questo gruppo ci sono gli stessi che hanno guidato la disastrosa road map elettorale a Cosenza. L’area che fa riferimento a Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio ha condotto le danze e incassato una sonora sconfitta. Da questo segmento del Pd ci si limita a dire ecumenicamente: “Abbiamo perso tutti”. E dunque nessuno si sogni di addossarci responsabilità particolari per il flop. C’è in gioco un posto in Parlamento, non scherziamo.

p. p. p.

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