Riceviamo e pubblichiamo:
Sono l’avvocato Gianlorenzo Franzì: dal 2007 sono iscritto all’albo professionale degli Avvocati e dal 2008 a quello dei giornalisti pubblicisti. Dal 2007 lavoro nel campo artistico e manageriale cinematografico attraverso la ideazione, creazione e o direzione di Festival e Rassegne, con la pubblicazione di saggi e articoli di cinema, nonché con la partecipazione ad eventi come Mostre e Festival in qualità di giurato. Tengo a sottolineare tutto questo solo perché in base a quanto riportato nell’articolo pubblicato il 2 luglio, e riguardante l’elenco dei candidati alla Presidenza del Film Commission Calabria, chiunque legga o ha letto può soltanto evincere che la mia unica “qualifica” sia quella di essermi candidato, ben 9 anni fa, con il Nuovo Psi, in quanto è l’unica cosa che si dice al mio riguardo. Non che non sia vero, né tantomeno che me ne vergogni (assolutamente!), ma tale evento non mi qualifica e non mi descrive. Di fatti, per la maggior parte degli altri candidati, è stata – giustamente – sottolineata la loro esperienza nel campo artistico/tecnico del mondo del cinema attraverso la creazione e la conduzione di rassegne o eventi culturali. Cose che ho fatto anche io, come chiunque acceda a un qualunque database (cartaceo o virtuale sul web) può verificare; ma tutte cose che, nell’articolo in questione, sono state bellamente ignorate o forse, e preferisco pensare a quest’eventualità, semplicemente dimenticate.
Aggiungiamo volentieri al curriculum dell’avvocato Franzì le sue attività in campo artistico. È vero, la militanza nel Nuovo Psi è stata citata per lui e non per gli altri. La ragione è molto semplice (e si può verificare accedendo a un qualunque database): i suoi “colleghi” aspiranti alla presidenza della Film Commission non si erano candidati. Per restare ai rapporti con la politica, Franzì, che organizza la rassegna lametina “L’Ora di Cinema” in collaborazione con il Comune di Lamezia Terme, ne definisce la giunta un «dream team» in una lunga intervista nella quale fa un passaggio che ci sentiamo di sottoscrivere. Citando Truffaut, spiega: «Ognuno ha due mestieri: il suo e quello di critico cinematografico». Come dargli torto? (ppp)
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