REGGIO CALABRIA Un consiglio comunale aperto e all’aperto. Nell’anfiteatro di Via Torricelli nel cuore del “rione Ferrovieri”, con una formula inusuale, il civico consesso si è riunito. Unico punto all’ordine del giorno «amministratori sotto tiro e azioni di contrasto alla criminalità organizzata». È una prova di compattezza quella messa in campo dall’amministrazione Falcomatà che, chiamando a raccolta la cittadinanza, ha voluto offrire la propria risposta ai recenti atti intimidatori compiuti nelle scorse settimane ai danni degli assessori Angela Marcianò e Antonino Zimbalatti. Un esperimento, come lo ha definito il presidente dell’assise comunale Demetrio Delfino, che si ripeterà anche in altre zone periferiche della città per stabilire un dialogo diretto con la comunità e riaffermare, non solo simbolicamente, la volontà di proseguire “a viso aperto” nella battaglia contro la ‘ndrangheta. Ed ha un valore anche la location scelta per ospitare l’iniziativa: una piazzetta recentemente riqualificata al centro di uno storico e popoloso quartiere. «Uniti contro chi vuole vedere la città sprofondare rispondiamo con l’eliminazione del degrado e con la cultura», ha sottolineato Zimbalatti. La platea è numerosa, desiderosa di partecipare e di esprimere la propria vicinanza a chi amministra la cosa pubblica. Si susseguono fino a tarda ora le testimonianze di gente comune e rappresentanti delle istituzioni, piccoli tasselli della narrazione di una realtà complessa. Reggio Calabria prova a reagire “mettendoci la faccia”.
NON ARRETREREMO Un intendimento comune ribadito a gran voce dal primo cittadino Giuseppe Falcomatà e dall’assessore ai lavori pubblici. La voce rotta dall’emozione di Angela Marcianò non fa passare in secondo piano la determinazione di chi ha compiuto la scelta di porsi al «servizio alla cittadinanza». Qualche giorno fa la sua auto è stata data alle fiamme, appena lunedì nei suoi uffici è stata recapitata l’ennesima lettera minatoria, ma nemmeno un accenno di cedimento o voglia di fare un passo indietro. «Quando ho iniziato la mia esperienza nel settore dei lavori pubblici – ha dichiarato l’assessore Marcianò – mi son sentita dire che ero una manichea e una giustizialista. Ebbene oggi più che mai sono felice di esserlo. Non c’è spazio per le vie di mezzo, o è bianco o è nero. O si è dalla parte della legalità o si è con la criminalità. Se si va avanti dritti, con coerenza e con degli obiettivi precisi, schierandosi accanto alle forze dell’ordine, allora è possibile recuperare credibilità. Servono atti concreti e condotte specchiate. Io ci credo – ha concluso la giuslavorista consulente di Gratteri – e proseguirò lungo questa strada».
COMUNITÀ DI PERSONE PERBENE Il primo cittadino Falcomatà rilancia l’appello a tutte le parti della società civile. La battaglia per il ripristino della legalità non può essere affrontata a compartimenti stagni. Politica, forze dell’ordine, magistratura e cittadini devono compiere uno “sforzo comune”. E poi il richiamo ad una “rivoluzione culturale”. «Dobbiamo rompere i legami e il familismo amorale – sottolinea il sindaco – che la popolazione reggina ha introiettato nei confronti della ‘ndrangheta. Questa piazza segna un cambiamento in direzione del ripudio verso chi si adegua, verso chi implicitamente accetta. Dobbiamo camminare insieme e riappropriarci dell’identità di comunità di persone perbene». Dall’esortazione alla risposta corale Falcomatà passa poi alle tante leve di contrasto alla criminalità organizzata sul territorio già avviate. Dall’aggressione ai patrimoni mafiosi attraverso la confisca dei beni e la riassegnazione alla popolazione più bisognosa alla valorizzazione di strutture e impianti sportivi e delle scuole che sono i «templi della sicurezza». Dalla affermazione dei diritti civili e del sostegno degli ultimi, proseguendo con le attuali politiche di accoglienza ma con un maggiore impegno da parte del governo nazionale, al potenziamento degli organici della polizia municipale «presidio di legalità».
VOCE ALLA GENTE Sono numerose le testimonianze offerte nel corso del consiglio comunale aperto. A prendere la parola sono sia istituzioni che semplici cittadini. Intervengono, oltre ai consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, il presidente della commissione consiliare contro la ‘ndrangheta Arturo Bova, il presidente delle Provincia Giuseppe Raffa. E poi le vittime del racket tra cui Tiberio Bentivoglio e Giovanni Latella. Significativo anche il racconto della dirigente dell’Atam Viviana Fedele a cui sono stati recentemente recapitati due bossoli di pistola. In platea tanti altri amministratori. Il sindaco di Gioia Tauro Giuseppe Pedà ha richiamato la necessità e l’urgenza di un intervento statale serio nel territorio per il rilancio di un’economia debole. Azioni concrete su aeroporto dello Stretto e porto di Gioia Tauro in primis. «Questa è la risposta da dare alla criminalità organizzata – sottolinea Pedà – Gioia Tauro e la mia amministrazione è con voi e lo sarà nella futura Città metropolitana, al di là delle divisioni ideologiche, per fare uscire questo territorio dall’isolamento».
red. rc.
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