LAMEZIA TERME Una lattina di Fanta con polvere pirica. Questo l’ordigno rudimentale che nella notte tra giovedì e venerdì, all’una e un quarto circa, ha fatto sentire il suo boato in gran parte del quartiere di Nicastro. Soprattutto lo hanno avvertito le persone che si trovavano in strada, a passeggiare o sedute sulle panchine di corso Giovanni Nicotera, a godere del fresco di una notte d’estate. Sono i testimoni che hanno indicato agli inquirenti un uomo incappucciato che si allontava dal negozio prima che l’ordigno rudimentale esplodesse.
Pochi i danni per la vetrina del bar DolceAmaro, in corso Giovanni Nicotera, ma l’atto intimidatorio nei confronti dei titolari del negozio è l’ennesimo. Lo scorso 21 giugno alle 3:30 del mattino, ha preso fuoco l’auto della proprietaria del bar. Il giorno seguente l’amministrazione Mascaro, in segno di solidarietà, ha fatto colazione all’interno del DolceAmaro.
Ieri notte sul posto sono intervenuto gli agenti del commissariato di Lamezia Terme, guidati da Antonio Borelli, che hanno condotto i rilievi, e anche i carabinieri della Compagnia locale, comandati dal capitano Fabio Vincelli, che erano intervenuti nel corso dei precedenti atti intimidatori. Scritte minacciose, proiettili, un’auto distrutta. I proprietari del bar sono vittime, da un mese a questa parte, di un crescendo di intimidazioni. Il movente potrebbe essere il racket, com’è facile immaginare, che non si ferma a Lamezia nonostante le recenti operazioni antimafia, gli arresti e i processi. La criminalità locale, rinnova le sue cellule in fretta.
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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