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Pd, a San Giovanni in Fiore un clima da regime

Gli atteggiamenti di chiusura e arroccamento del segretario, del direttivo e del triunvirato del Pd di San Giovanni in Fiore hanno interrotto il rapporto con la città, svilendo il senso dell’appart…

Pubblicato il: 11/07/2016 – 10:48

Gli atteggiamenti di chiusura e arroccamento del segretario, del direttivo e del triunvirato del Pd di San Giovanni in Fiore hanno interrotto il rapporto con la città, svilendo il senso dell’appartenenza ed il valore della tessera. Vige un clima di regime la cui regola è la seguente: o ti omologhi o sei fuori, non puoi pensare in maniera diversa. Il civico confronto ed il pubblico dibattito sono un lontano ricordo, coesistere con costoro è impossibile in quanto, del concetto nobile della politica se ne è fatto un’arma di potere. La democrazia è negata difatti, alle amministrative del 2015, le primarie non sono state indette. Dopo cinque anni di fallimentare amministrazione di destra, vincere è stato facile, troppo facile (92%), un risultato bulgaro.
Il popolo sangiovannese ha premiato il Pd maturando attese e speranze, ma nonostante tale risultato, il paese è sprofondato in una palude dalla quale, se non si ricorre agli strumenti veri della politica (Regione, Ministeri, Europa), difficilmente se ne potrà uscire. La delusione e la rassegnazione si sono sostitute alla fiducia ed alla speranza. L’ampio programma presentato ai sangiovannesi al secondo consiglio comunale si è trasformato nel libro dei sogni, solo annunci e vane promesse, in breve “un totale fallimento”. I numeri sono una cosa la sostanza è ben altra cosa.
Oggi il Pd di San Giovanni in Fiore è un partito appiattito, privo d’idee e di programmi, dipendente dal potere costituito che disdegna i nobili principi del pluralismo, della collegialità e della partecipazione. È universale che diversità significa crescita, invece per costoro è una discriminante.
Nonostante tale stato di cose, siamo fortemente convinti che solo il Pd può dare una vera svolta a San Giovanni in Fiore, consapevoli però che le resistenze maggiori sono all’interno del Pd stesso (arroganza, scarsa comunicazione tra amministrazione, consiglio e partito, interruzione del rapporto con i cittadini) e se nella gestione non entra la professionalità, la competenza, l’esperienza e l’aspetto motivazionale, San Giovanni in Fiore non avrà nessuna possibilità di crescita e sviluppo. Sono anni che non si convoca l’assemblea degli iscritti. A quest’ultimi, pur avendo vivo il senso dell’appartenenza, è negato il diritto all’informazione. C’è tanto da fare, gli stessi ed antichi problemi giacciono irrisolti nelle scrivanie dell’amministrazione (Piano strutturale comunale, sanità, rifiuti, politiche sociali, lavoro, cultura, turismo, ambiente, lavori pubblici, urbanistica, fisco, servizi, macchina amministrativa, attività produttive, commercio e infine la “bella addormentata”: l’abazia).
È trascorso più di un anno, ben poco o quasi nulla è stato fatto e prima che sia troppo tardi urge cambiare radicalmente rotta e riflettere seriamente sull’operosità di questa giunta, la cui responsabilità maggiore ricade sul sindaco. La sanità è stata il fulcro della campagna elettorale purtroppo, a distanza di tredici mesi di attività amministrativa, i servizi ospedalieri e territoriali a caduta libera, sono notevolmente decaduti rispetto al passato. È giunto il momento che qualcuno si assuma di fatto la propria responsabilità è rifletta seriamente.
Dobbiamo però, acquisire coscienza che, in Calabria le regole all’interno del Pd sono cambiate o meglio, quando si perdono le competizioni elettorali, la responsabilità non è dei segretari, bensì del popolo che non ha dato il giusto sostegno, per cui non è giusto che questi signori si dimettano, anzi vanno osannati e riproposti a cariche più alte. Costoro non hanno coscienza e rispetto dei calabresi altrimenti, considerata la dura sconfitta (Cosenza, Crotone) dovevano essere già dimessi, invece, sono ancora al loro posto a dettare le nuove strategie del Pd (!), eludendo ogni responsabilità ed offendendo sempre più un popolo già umiliato dall’atavica piaga della disoccupazione e della emigrazione, immiserendo sempre di più questa Regione. E’ un quadro desolante. Deprime le coscienze dei cittadini e non prefigura nessuna via d’uscita.
Chi scrive, senza alcuna velleità e senza alcuna prevaricazione, vorrebbe pubblicamente discutere di queste cose a tutti i livelli della politica affinché, attraverso un confronto civile e democratico, inizi finalmente un percorso nuovo che veda coinvolte le parti sociali, culturali, dell’associazionismo e delle imprese per dare una svolta risolutiva, attraverso un percorso condiviso, alle gravi questioni che ormai da molto tempo affliggono il nostro paese. L’auspicio è sperare che il Pd di San Giovanni in Fiore spalanchi le porte ed inizi una nuova stagione costruita sul confronto, sul dibattito e sulla partecipazione. Oggi più che mai c’è bisogno di tutti, continuare a chiudersi è il preludio della fine, di un baratro che ci attende inesorabilmente se non s’interviene a tempo. San Giovanni Fiore non merita simili trattamenti.

*Direttivo provinciale Pd
** Assemblea Regionale Pd

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