REGGIO CALABRIA «Sorrisi, tagli di nastri, dichiarazioni d’intenti che sembrerebbero proiettare la Calabria e i calabresi in una dimensione molto vicina a quella del paradiso terrestre si scontrano con la realtà dei fatti, di tutt’altra natura. Il presidente della Regione e la maggioranza che lo sorregge sbandierano risultati politici, al cui confronto, visto il tenore delle dichiarazioni che ne seguono, l’impresa di Roosevelt e Churchill sembrerebbe ben poca cosa». Così il consigliere regionale della Cdl Giuseppe Mangialavori. «Ma la verità – continua – è semplice ed eloquente. Valga per tutti, l’esempio del noto bambino di una fiaba danese che esclamò, con disarmante sobrietà: “Il re è nudo!”. In effetti, a leggere le eroiche gesta dell’amministrazione regionale in carica, verrebbe proprio la voglia di ripetere analoga esclamazione. I fatti. Circa tre mesi fa, la maggioranza che governa la Regione emanò una sorta di deregulation per l’attività odontoiatrica. Al riguardo, già il commissario per il rientro del debito sanitario, Massimo Scura, aveva sollevato varie eccezioni. E il governo nazionale aveva impugnato la normativa perché contrastante con il Piano di rientro e con le competenze assegnate, appunto, al commissario. La legge stabiliva, fra l’altro, la deroga di qualsiasi autorizzazione regionale per gli interventi a basso livello di invasività odontoiatrica. La notizia (pubblicata dal Corriere della Calabria, ndr) è di poco fa: la Conferenza Stato-Regione detta linee opposte a quelle normate dalla Regione Calabria. La legge appena approvata, quindi, può essere definitivamente archiviata come l’ennesimo fallimento politico dell’amministrazione targata Oliverio».
«Cos’altro aggiungere?», conclude Mangialavori. «Se un’amministrazione non è capace di emanare provvedimenti e norme su questione di ordinaria semplicità e linearità e di osservare le direttive politiche degli organi superiori preposti, difficilmente potrà progettare un adeguato e ben più complesso programmo di sviluppo. Il corollario che ne segue è chiaro: la Calabria ha bisogno di voltare pagina».
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