CATANZARO C’è ancora incertezza in merito all’eventualità di uno sciopero del comparto sanità a Catanzaro. Nella mattinata di martedì, infatti, l’incontro coordinato dal prefetto Luisa Latella tra i vertici dell’azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” e i rappresentanti sindacali (assenti i rappresentanti della Regione) non ha ancora chiarito se lo sciopero si farà o no.
Le informazioni e le rassicurazioni che i sindacati avevano chiesto non sono arrivate, anzi oltre al fronte ospedaliero si è aperto anche il tema delle difficoltà su tutto il territorio dell’Asp catanzarese dovute all’elevato deficit di forza lavoro in tutte le strutture sanitarie.
Secondo i dati diffusi dalle organizzazioni sindacali, infatti, tra il 2013 e il 2015 sono andati in pensione 300 dipendenti tra medici, infermieri e Oss, mentre nello stesso periodo sono stati assunte – tutte a tempo determinato – solamente 17 persone. Con questi numeri è chiaro come le difficoltà di ospedali come quelli di Lamezia Terme, Soverato e Soveria Mannelli, ad esempio, si riflettano inevitabilmente sul numero di prestazioni che l’ospedale di Catanzaro è chiamato a erogare sovraccaricando il circuito.
Al centro delle perplessità espresse dai sindacati ci sono i decreti del commissario ad acta per il Piano di rientro Massimo Scura, con cui si è ristrutturata la rete sanitaria calabrese. I documenti, secondo i sindacati, non risolverebbero i problemi della medicina sul territorio tanto che le risposte alle esigenze dei territori fornite dai documenti, per i sindacati sarebbero inadeguate.
Ma, almeno per ora, le perplessità dei rappresentanti sindacali, non sono sfociate ufficialmente nella proclamazione dello stato di agitazione e quindi nello sciopero, grazie all’intercessione del prefetto Latella che ha chiesto ai rappresentanti dei lavoratori di sospendere la protesta per far fronte alle esigenze di salute e cura dei cittadini.
Alla richiesta è seguita una discussione serrata al termine della quale le sigle sindacali si sono riservate di dare una risposta dopo averne ragionato tra di loro.
«Non vogliamo creare nessun tipo di disagio – ha detto Bruno Talarico, Fp-Cgil –, ma la decisione dipenderà da come si evolve la vertenza». Insoddisfatta anche la Uil: «Ci ritroviamo al punto di partenza – ha detto Francesco Maltese di Uil-Fp –. Il problema è che l’azienda “Pugliese-Ciaccio” è quasi al crollo. Se entro quindici giorni non avremo soluzioni concrete, lo sciopero sarà realtà».
Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it
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