ROMA «In occasione delle varie missioni svolte a Reggio Calabria, abbiamo richiesto più volte ai componenti della Commissione straordinaria incaricata della gestione del Comune durante lo scioglimento, di rimuovere o quanto meno destinare ad altro incarico tutti i dirigenti responsabili di comportamenti opachi o inefficienti, in particolare nei settori amministrativi più a rischio di infiltrazioni mafiose». Lo ha precisato la presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, aprendo la seduta odierna, relativamente all’operazione dei carabinieri di Reggio che ieri hanno eseguito un provvedimento di fermo emesso dalla Dda nei confronti di 10 persone, tutte “colletti bianchi”. «In occasione della seduta del 29 aprile 2014, l’attenzione si concentrò proprio sulla situazione dell’architetto Cammera, che risultava essere l’unico dei dirigenti non sottoposto alla rotazione degli incarichi e ancora a capo del settore dei lavori pubblici», ha ricordato Bindi. «Durante l’audizione – ha proseguito Bindi – la Commissione straordinaria faceva presente di avere difficoltà collegate ai ridotti poteri che la legge attribuisce alle commissioni straordinarie, ma a fronte delle ripetute insistenze, in particolare della sottoscritta e del vicepresidente Fava, la seduta si concludeva con il mio auspicio “che ci fosse già comunicata la rimozione” dell’architetto Cammera».
Bindi ha quindi evidenziato come «alla luce degli arresti di ieri», quelle richieste «fossero motivate e lungimiranti».
Successivamente, il 3 giugno 2014 la Commissione straordinaria ha comunicato all’Antimafia che erano state avviate le procedure per la sostituzione del dirigente del Settore Servizi Tecnici, l’architetto Cammera, nonché alla riorganizzazione del settore. Analoghe procedure, diceva sempre la stessa comunicazione, erano state avviate per la sostituzione del segretario generale, Pietro Emilio, «che si presentano tuttavia complesse e di non immediata definizione». «Avendo pertanto appreso ufficialmente dell’avvio delle procedure per rimuovere Cammera, e ritenendo altrettanto importante, dopo avere esaminato la documentazione ricevuta, procedere nei confronti del segretario generale Emilio, nella riunione dell’Ufficio di presidenza del 17 giugno 2014 – ha ricordato Bindi – si decise di inviare alla Commissione straordinaria del Comune di Reggio Calabria, e per conoscenza al ministro dell’Interno Angelino Alfano, una lettera in cui si faceva anzitutto presente che la Commissione “ritiene quanto mai opportuno che, in occasione di scioglimento di un ente locale per infiltrazioni della criminalità organizzata, si determini una netta discontinuità anche nella conduzione amministrativa dell’ente”».
«Ho ritenuto che queste precisazioni – ha concluso Bindi – fossero doverose per tutelare e far conoscere il lavoro che la Commissione Antimafia svolge in tutte le sedi e nei confronti di tutti gli interlocutori istituzionali, sia per finalità di trasparenza sia per il migliore assolvimento dei compiti che la legge assegna alla Commissione di inchiesta, tra cui in particolare quello relativo alla normativa riguardante lo scioglimento dei consigli comunali e provinciali e la rimozione degli amministratori locali».
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