REGGIO CALABRIA Ma come, non bastava il corposo stipendio portato a casa negli anni in cui servivano la causa della Regione? È possibile che i sottosegretari e gli assessori esterni che hanno affiancato la giunta regionale debbano avere un extra a cinque cifre a qualche anno di distanza dal loro incarico? Sì, ed è pure logico, oltre che legittimo. Lo spiegano due atti pubblicati sul Bollettino ufficiale nei quali il consiglio regionale restituisce una bella somma agli esterni che hanno coadiuvato le squadre di governo che si sono succedute negli ultimi anni.
Dipende tutto dall’articolo 4 della legge regionale numero 38 del 2011. Quella norma stabilisce che il vitalizio sia appannaggio esclusivo dei consiglieri regionali regolarmente eletti e non anche degli assessori nominati. Eppure i nominati hanno versato – sotto forma di trattenuta mensile – il contributo necessario a garantirsi il diritto alla pensione. Un versamento che non dà loro alcun diritto sul piano previdenziale e che, proprio per questo motivo, va restituito. Lo confermano anche due pareri del settore legale di Palazzo Campanella. Dunque, non resta che mettere mano alle casse pubbliche e ridare il “maltolto” agli ex membri esterni degli esecutivi politici. Si tratta degli importi versati dagli interessati, a titolo di contributo obbligatorio per il vitalizio e di contributo obbligatorio per l’assegno di reversibilità. Il totale fa 167.322 euro. Impossibile, però, ricostruire le somme nel dettaglio. L’atto che racconta la questione nel complesso è privo di allegati (anche se vengono citati tra le righe).
L’unico sottosegretario sul cui stato si fa chiarezza – ma in una deliberazione a parte – è Franco Torchia (nominato il 7 maggio 2010 e dimesso il 24 aprile 2013). Le sue trattenute per quei tre anni ammontano in totale a 33.766 euro. Che gli torneranno in tasca. Un bel “regalo” prima dell’estate.
Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it
x
x