REGGIO CALABRIA I condizionatori sono spenti, la temperatura è insopportabile, il disagio è «estremo». Nel Cedir fa troppo caldo. Per questo, l’Ordine degli avvocati di Reggio Calabria chiede «che venga adottato un provvedimento urgente di sospensione dell’attività ordinaria di ogni udienza per assoluta impossibilità di garantirne la regolarità, a causa delle inadeguate condizioni di vivibilità all’interno delle aule».
Una richiesta accorata, urgente: «Qualora ciò non dovesse accadere in tempi brevissimi, si valuterà l’adozione di provvedimenti straordinari, a tutela della salute di coloro che partecipano, a vario titolo, alle udienza e del decoro dell’attività giudiziaria».
La protesta arriva in seguito a una deliberà adottata all’unanimità il 12 luglio scorso, nella quale si evidenzia «una situazione di assoluta impossibilità di celebrare nei locali del tribunale i processi civili e penali, a causa delle temperature particolarmente elevate e dell’assenza di impianto di condizionamento funzionante». Succede al pianterreno del complesso del Cedir, nelle aule civili «prive di aperture all’esterno». «Ciò determina – si legge nella missiva dell’Ordine – una situazione igienico-sanitaria inaccettabile che, da un lato, mette a rischio la salute di magistrati, avvocati, cancellieri e cittadini, che a vario titolo partecipano o assistono al processo, dall’altro impedisce che sia garantita la qualità delle decisioni del processo». Un problema che si presenta di anno in anno «e non è stato risolto dagli enti competenti, tanto da indurre a rinvii dei processi penali fissati negli ultimi giorni di calendario».
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