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Rapinatori incastrati dal dna

COSENZA Rapinatori incastrati dal dna e dalle impronte digitali. I carabinieri della Compagnia di Rende hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tri…

Pubblicato il: 14/07/2016 – 6:18
Rapinatori incastrati dal dna

COSENZA Rapinatori incastrati dal dna e dalle impronte digitali. I carabinieri della Compagnia di Rende hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Cosenza su richiesta della Procura, nei confronti di due giovani coriglianesi, P.V. e L.S., entrambi 25enni, accusati di rapina a mano armata e ricettazione dell’autovettura usata per darsi alla fuga.Le indagini, svolte dai militari della Stazione di Acri e dai colleghi del Nucleo operativo e Radiomobile della Compagina di Rende, sono state coordinate dal pm Giuseppe Cozzolino, e si sono avvalse del contributo della squadra rilievi tecnici del Reparto operativo di Cosenza.I fatti risalgono al tardo pomeriggio dell’11 marzo dell’anno scorso, quando i due, a bordo di una Fiat Uno rubata la sera prima, si sono presentati alla stazione di servizio Tamoil di Acri e, armati di pistola, hanno sferrato un violento pugno al volto dell’addetto alla pompa di benzina, portando via circa 1.700 euro in contanti e il telefono cellulare. In poche ore i carabinieri di Acri hanno permesso di rinvenire l’autovettura usata dai rapinatori, abbandonata ad alcuni chilometri di distanza dal distributore di benzina. Il sopralluogo, svolto dalla squadra che si occupa d’investigazioni scientifiche, ha consentito di raccoglie elementi di prova determinanti a carico degli arrestati. Infatti, gli esperti di dattiloscopia hanno isolato un’impronta digitale risultata del pollice di L.S., mentre P.V. è stato incastrato dal suo dna, trovato su un cappellino usato per nascondere il volto alle telecamere di sorveglianza.I determinanti elementi raccolti, da soli più che sufficienti a incastrare i due, sono stati comunque incrociati con le immagini delle telecamere di sorveglianza della stazione di servizio, determinando un insieme di elementi di prova schiaccianti, che hanno consentito al pm di richiedere e ottenere dal gip la custodia cautelare in carcere. I due sono stati portati nel carcere di Castrovillari.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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