REGGIO CALABRIA «Apprendiamo da una nota stampa la nomina di un coordinamento “farsa” dei Giovani Democratici. Un atto quello di Danisi, smentito solo dopo qualche ora da un folto gruppo di dirigenti nazionale, regionale e locale dei Giovani Democratici della provincia di Reggio Calabria, che non solo non riconoscono le modalità e i tempi con cui è stata commissariata la federazione Reggina, ma anche il nome del commissario Danisi, ritenuto il responsabile e “colpevole” della lotta interna ai Gd». Lo affermano in una nota i dirigenti nazionali dei Giovani democratici Michela Chindamo e Rossana Romeo, i membri della direzione regionale, tra cui i consiglieri comunali Giovanni Piccolo e Giuseppe Romeo, il coordinatore dei circoli della Piana di Gioia Tauro Giuseppe De Caria, il segretario di Bagnara Emanuele Gioffrè, Giuseppe Martino, Frances-co Nicolò, Lorenzo Marino ed Antonino Vazzana; il coordinatore dei circoli della Locride Gabriele Cortale, i rappresentanti universitari tra cui Girolamo Pratesi ed il segretario di Cinquefrondi Danilo D’Agostino, i rappresentanti degli studenti medi Antonio Marino e Stefano Patamia, il presidente della consulta degli studen-ti Carloalberto Corica, il segretario di Palmi Marco Costantino, la segretaria di Polistena Miriam Rovere, ed oltre 200 iscritti dei Giovani democratici.
«La formazione di questo coordinamento “farsa” avvenuto con un banale co-municato stampa, è testimonianza – sostengono – non solo del modo di agire e di intendere la politica di questo pseudo dirigente nazionale ma bensì di come vengono sviliti i luoghi di discussione e le varie realtà territoriali e di rap-presentanza di questa organizzazione, in quanto non si sa né quali siano i criteri né tanto meno la sede in cui sia stato composto tale organismo».
«Abbiamo chiesto più volte – proseguono i dirigenti della componente giovanile del Partito democratico – il rispetto delle regole statutarie e la convocazione della direzione ed assemblea provinciale, gli unici organismi deputati alle decisioni dell’organizzazione giovanile del Pd, ma così non è avvenuto. La sfiducia ed il commissariamento illegittimo del segretario Tripodi e della federazione reggina, ci mostra un quadro inquietante in cui viene meno la democrazia interna, in un momento difficile e complesso che il Pd sta vivendo a tutti i livelli, un gruppo “autoreferenziale” capitanato dall’autoritario Danisi, che invece di pensare all’unità del Pd e della sua organizzazione giovanile, pensa bene a fomentare le lotte interne ai Gd, in una logica personale e strumentale in rappresentanza di pochi e non dei tanti iscritti e dirigenti di questa organizzazione. Avevamo chiesto a gran voce al segretario nazionale Mattia Zunino di farsi garante della democrazia rinnegando l’inaccettabile grave e vile atto che la nostra organizzazione sta subendo, in un silenzio assordante».
I dirigenti Gd si rivolgono al segretario regionale Mario Valente chiedendo di tutelare la democrazia della federazione reggina ed i suoi iscritti con la possibilità di avviare una discussione seria sul merito delle questioni: «Riteniamo indispensabile da parte tua mettere in atto un gesto di grande responsabilità politica, per consentire di superare una delle fasi più buie della nostra comunità politica, fase caratterizzata da azioni e comportamenti anti democratici che nulla hanno a che fare con la nostra storia, che difficilmente in assenza di gesti dall’alto spessore politico, sarebbe impossibile sanare. Siamo fiduciosi che a breve troverei le parole e le forme giuste per ridare dignità a questa comunità giovanile che da sem-pre si è caratterizzata per gli alti e nobili valori di una politica con la schiena drit-ta, da sempre esempio anche per il Pd. Noi continueremo sul terreno della politica – conclude il gruppo di esponenti Gd – nell’interesse dei nostri iscritti, dei territori e delle giovani generazione, nell’importante sfida di essere da stimolo e da proposta al Partito Democratico e alle istituzioni».
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