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A Cosenza carenza di sangue da non sottovalutare

La carenza di sangue in questo periodo a Cosenza non può essere sottovalutata perché impatta sull’attività dell’ospedale, anche con il blocco dell’attività delle sale operatorie e causa ritardi nel…

Pubblicato il: 19/07/2016 – 13:57

La carenza di sangue in questo periodo a Cosenza non può essere sottovalutata perché impatta sull’attività dell’ospedale, anche con il blocco dell’attività delle sale operatorie e causa ritardi nelle trasfusioni dei bambini talassemici. E’ opportuno chiedersi a che cosa è imputabile la carenza di unità di sangue, se è si tratta di una programmazione inadeguata oppure c’è altro.
Quesito che pongo nell’immediato, ai responsabili del Centro regionale sangue. Invece alla Regione chiedo di prender atto che la riorganizzazione dei servizi trasfusionali prevista nel decreto commissariale 58/14 si sta rivelando inapplicabile e, per di più, in contrasto con il D.M. 70 del 2015.
La conseguenza è stata che le raccolte di sangue sono da anni in diminuzione, dopo anni di continua crescita. La quantità di plasma consegnata all’industria da cui si ottengono farmaci non è aumentata e la spesa della Regione per questi farmaci è aumentata invece di decrescere fino all’azzeramento.
E’ necessaria una nuova legge di riorganizzazione del sistema trasfusionale perché le attuali indicazioni dei decreti commissariali, ad esempio, aggregano il servizio trasfusionale di Polistena, ospedale spoke, al servizio trasfusionale di Locri,anch’esso ospedale spoke, sommando due difficoltà.
Come non risolvono e ne aiutano, le questioni poste dal decreto 58/14, in merito ai servizi trasfusionali di Lamezia Terme e di Castrovillari, che dovrebbero operare solo sei ore nei giorni feriali.
Aggravano il tutto le carenze di personale dirigente perché, sembrerebbe, che in otto servizi trasfusionali su undici non viene prevista la presenza del primario, riducendo le attività dei servizi e gravando le competenze delle raccolte di sangue sulle Associazioni di Volontariato che nel 2015 hanno raccolto sessanta mila unità su un totale di sessantacinquemila, un lavoro essenziale visto che si parla di oltre il novanta percento.
La riorganizzazione trasfusionale deve partire dal Centro regionale sangue che non può limitare la sua attività a stilare elenchi di inviti ad operare con più motivazione, anche al Personale dei Servizi Trasfusionali che continua ad assicurare le attività in gravissima carenza di Personale e dopo aver esplicato ogni possibile intervento locale, come sembrerebbe, nel caso di Cosenza.

* deputato Pd

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