«Siate uomini capaci di misericordia». Lo diceva monsignor Tonino Bello e lo ha ricordato in un piccolo centro della Locride, Pazzano, monsignor Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace, in forma di accorato messaggio-esortazione, che si è rivolto, in particolare ai politici presenti, in occasione del loro giubileo. A gioirne in molti, in particolare don Ligi Citti, referente nazionale di Libera che non perde occasione per testimoniare il suo impegno ed il suo messaggio di fede, ovunque, nel Paese, ci sia necessità di portare il messaggio di Cristo, in particolare dove è prevista la presenza di politici, ai quale lui stesso rivolge la sua implorazione ad abbandonare la strada della corruzione e del malaffare per convertirsi sulla via della buona volontà e dare esempi di buona volontà.
E Dio solo sa – ma anche gli uomini che vogliono – di quanta buona volontà ci sia bisogno, in Calabria, specialmente in questi giorni, nei quali emergono fatti di gravità assoluta, anche perché meno te li aspetti, questi fatti di criminalità, visto il calibro e lo spessore di quanti sono coinvolti, con l’auspicio che possano dimostrare la loro estraneità. Federico Cafiero de Raho, a Reggio e Nicola Gratteri a Catanzaro, hanno portato d operazioni che fanno tremare le vene ed i polsi. A Montestella di Pazzano, in occasione dell’anno giubilare della Misericordia monsignor Oliva si è misurato ed ha voluto questo evento unico per dimostrare come anche la Locride possa diventare forte quando c’è l’unione delle comunità e delle forze. «Mi piace pensare che in questo contesto – un sogno – ci siano uomini di misericordia. Uomini forti che non si arrendono davanti alle intimidazioni ma che percorrano la via della legalità, in questo territorio che ha bisogno di essere veicolato con nuovi e forti slanci per ottenere quello sviluppo – altro sogno – che merita. E non da ieri, ci sarebbe stato da aggiungere, ma da tempo immemorabile. Quanti uomini politici non ha avuto la Locride, a tutti i livelli, eppure, se si fa eccezione Roccella, che avuto un uomo di grande spessore culturale e politico, come hanno rilevato colleghi Raffaele Malito e Domenico Logozzo, all’indomani della scomparsa del senatore illuminato e caparbio oltre che gran lavoratore, gli altri comuni che pure meritano per le bellezze culturali ed archeologiche sono, più o meno in abbandono. Non sono di richiamo, pur potendolo essere. Naturalmente, per non ripetere, ma d’accordo con il vescovo Oliva, si è soffermato sulla annosa questione della disoccupazione giovanile, per la quale da più di un secolo, ma aggravandosi sempre di più, si sono spesi fiumi di inchiostro da parte di uomini illustri, le cui voci, sono rimaste inascoltate perché non seguite da fatti concreti. Ciotti ha poi voluto aggiungere, per rimanere nella bruciante attualità politica nazionale, come ci sia «molta polita nel Vangelo e molto Vangelo nella Costituzione, che il grimaldello delle coscienze». E per concludere la sua riflessione, il fondatore di Libera e del gruppo Abele ha voluto testimoniare ai sindaci ed ai cittadini presenti come «per il bene comune – da tutti noi auspicato – il presupposto è il rispetto della persona umana, di cui in seguito avrebbe parlato il senatore Cesare Marini, ricordando il senatore Sisinio Zito, in quanto tale». La politica inizia dalla persona. Dignità umana, che spesso manca, a giudicare dalle operazioni giudiziarie, e giustizia sociale, per don Ciotti, devono essere i punti di riferimento supportai da quella terza gamba che è la responsabilità, che è il grimaldello delle coscienze. Se ancora c’è!
La politica deve tornare ad essere arte nobile, come dice Aldo Moro, nel segno della passione per la gente, contro i soprusi di ogni tipo di mafia, soprattutto la più subdola. Se ci vogliamo salvare!
Tutti insieme.
*giornalista
