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Quel concorso con il notaio

Cosa ha spinto il comitato dei genitori sostenitore della convenzione “Bambino Gesù Catanzaro” a chiedere il sorteggio dei componenti la commissione per il concorso dei primari nell’Azienda ospedal…

Pubblicato il: 19/07/2016 – 8:05

Cosa ha spinto il comitato dei genitori sostenitore della convenzione “Bambino Gesù Catanzaro” a chiedere il sorteggio dei componenti la commissione per il concorso dei primari nell’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio”, presente un notaio? A giudicare dalle motivazioni, la legalità e l’imparzialità! Entrambi elementi fondamentali nella ricerca della qualità che, evidentemente, nella valutazione dei promotori, possono essere elusi se a “scegliere” sarebbe, ancora una volta, la politica.
La causa di tanto pregiudizio affonda le radici nei concorsi espletati sui quali non ci sono, ovviamente, prove tangibili che possano testimoniare ineluttabilmente le varie vicende, ma sospetti sì, perplessità, come dire, di ordinaria indecenza che mette sotto accusa più di una classe dirigente responsabili di presunti abusi. Emblematica rimane la testimonianza dell’ex direttore generale dell’ospedale civile di Reggio Calabria, Gianluigi Scaffidi al processo intentato contro la Regione che lo aveva sollevato dall’incarico col pretesto che non ricorrevano le condizioni. Scaffidi puntò l’indice contro un medico che, per telefono, gli aveva intimato: «fatemi primario perché dietro ho gente con le palle».
Ma senza andare indietro nel tempo alla ricerca di eloquenti “scampoli”, è sufficiente ricordare cosa ha detto il nuovo procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, parlando a Reggio Calabria: «Il problema calabrese, prima della ‘ndrangheta politica, sono i quadri della pubblica amministrazione che gestiscono la cosa pubblica in modo mafioso». Una accusa che ha scatenato un vespaio di reazioni nonostante le quali serve a fare meditare rendendo accessibile ai più il problema, non fosse altro che per l’autorevolezza e la competenza di chi l’ha evidenziato. Naturalmente sarebbe illogico generalizzare anche perché è sotto gli occhi di chiunque frequenta quelle stanze che oltre alle mele marce c’è anche frutta di prima scelta.
Chi segue per ragioni professionali Gratteri sin da quando, giovane magistrato, operava da sostituto procuratore nel difficile comprensorio Locrese, conosce la sua serietà e, soprattutto, sa che non si sarebbe lasciato andare in giudizi affrettati se non avesse avuto il supporto di elementi probanti. Comunque sia è da sottolineare che le considerazioni del procuratore fanno il paio con le preoccupazioni manifestate dal “Comitato dei genitori” di Catanzaro che suonano come un’accusa nei confronti dell’immobilismo del commissario del Pugliese-Ciaccio, Giuseppe Panella, il quale dimostra di prendere tempo nel nominare il direttore sanitario dell’Azienda al quale compete per legge la supervisione dei concorsi. Ecco come ritorna in mente la celeberrima frase di Giulio Andreotti: «A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca», visto che sembra allargarsi il fronte di quanti malignano che a decidere il nominativo del nuovo direttore sanitario possa essere, ancora una volta, la politica che temporeggia non avendo ancora trovato la quadra oppure intende ritardare i concorsi.
Scenario è ancora una volta il Capoluogo della Calabria rimasto imbrigliato nel vortice degli interessi di parte, della speculazione e del presunto malaffare verso un settore, qual è appunto la Sanità, estremamente delicato e serio perché venga considerato possibile oggetto di strumentalizzazioni politiche.
Purtroppo la classe dirigente che ci ritroviamo dimostra di essere attratta da tutto tranne che dal dare riscontri alle problematiche che riguardano la salute dei cittadini e invece di impegnarsi per assicurare un sistema sanitario di eccellenza che eviti il ricorso ai tanti viaggi della speranza, sembra assorbita dal perseguire gli interessi di bottega.
Ed è anche questo un motivo perché la città capisca e si coalizzi nel bisogno di trovare con urgenza l’unità necessaria, prescindendo una tantum dalle ideologie, ammesso che esistano ancora, e trovare la forza di dare risposte radicali, attraverso scelte oculate, selezionando persone capaci e preparate per limitare i danni causati da «una classe politica – come ha sottolineato il procuratore Gratteri – scadente e incolta causa del decadimento delle idee e dei valori», portando fuori dalle secche Catanzaro.
Riusciranno i cittadini catanzaresi a invertire la rotta? Saranno capaci di imprimere una svolta epocale? Si badi, non se ne fa un problema di schieramento, lo sforzo è di trovare persone capaci di amministrare correttamente.
Non è facile, ma non impossibile. Bisogna provarci visto che l’esperienza insegna che nessuno è disposto ad abbandonare la poltrona, anzi la tendenza è di rimarci seduti il più a lungo possibile col pretesto di tagliare il nastro dei vent’anni, come vorrebbe fare Abramo al quale ci permettiamo di ricordare che perseguire traguardo del “ventennio” può non essere positivo. E, ovviamente, con lui anche gli incarichi gireranno tra la solita, ristretta, cerchia di classe dirigente, o casta che dir si voglia. Ecco un altro valido motivo per cercare di invertire la rotta dimostrando che la competenza e il merito vincono sempre.

*giornalista

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