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FRONTIERA | Gli appuntamenti del clan nei pressi dell’ospedale di Cetraro

COSENZA L’ospedale di Cetraro era un luogo di incontro privilegiato della cosca Muto. Lo hanno notato gli investigatori che hanno raccolto il materiale probatorio finito nell’inchiesta “Frontiera” …

Pubblicato il: 20/07/2016 – 6:08
FRONTIERA | Gli appuntamenti del clan nei pressi dell’ospedale di Cetraro

COSENZA L’ospedale di Cetraro era un luogo di incontro privilegiato della cosca Muto. Lo hanno notato gli investigatori che hanno raccolto il materiale probatorio finito nell’inchiesta “Frontiera” della Dda di Catanzaro, che ha stroncato il clan del Cosentino. L’ospedale di Cetraro – scrivono i magistrati – è ubicato in una posizione strategica, fuori dal centro abitato, in un luogo dominante, a picco sul mare. Soprattutto, è facilmente raggiungibile dalla statale 18, in quanto ha un accesso autonomo dalla corsia sud/nord. Attraverso la poco frequentata via Porto-Panoramica, si può arrivare, direttamente, dal piazzale antistante l’ospedale, fino al porto di Cetraro.
Nel corso delle indagini, sempre attraverso gli sms tra gli indagati captati dagli inquirenti, si apprendeva che l’ospedale era il luogo di incontro riservato per i componenti della cosca “Muto”, i quali nelle loro comunicazioni criptiche lo chiamano “O”. Emblematico in tal senso quanto accertato in data 9 giugno 2015, quando Guido Maccari chiedeva ad Alessandro De Pasquale di andare a prendere, nel primo pomeriggio, una persona successivamente identificata nel Napoletano in Salvatore Avolio. De Pasquale non comprendeva bene il luogo dove avrebbe dovuto prelevare il visitatore da portare al sodale e pertanto, con la sua autovettura sulla quale era piazzato un gps, andava all’ospedale di Cetraro, dove attendeva invano. Non vedendo arrivare nessuno, De Pasquale comunicava a Maccari dove si trovava e chiedeva conferme circa il da farsi. Maccari gli scriveva che aveva capito male il luogo d’appuntamento e lo invitava ad andare alla “sta” cioè alla stazione ferroviaria di Cetraro Marina, situata effettivamente più in basso rispetto all’ospedale dove, immediatamente dopo, De Pasquale prelevava Avolio. «Il piazzale dell’ospedale di Cetraro – affermano gli inquirenti – era luogo di un importantissimo incontro, documentato dai carabinieri nella tarda mattinata del 9 luglio 2015, al quale partecipavano: Alfredo Palermo, Guido Maccari, Fedele Cipolla, Luca Occhiuzzi e Agostino Iacovo. Si trattava di un incontro non preceduto da alcuna comunicazione telefonica. Quella mattina, infatti, si era appreso solamente che la coppia costituita da Zaira Cipolla e Alfredo, Palermo sarebbe stata ospite a pranzo a casa di Maccari. Il modo utilizzato dagli indagati per ritrovarsi e parlare riservatamente nei pressi dell’ospedale di Cetraro, non è stato compreso, segno evidente di consuetudini criminali consolidate. L’incontro avveniva all’ingresso dell’ospedale.

UNA TELECAMERA SUL TETTO DELL’OSPEDALE Alla fine del mese di luglio del 2015, veniva installata una telecamera sul tetto dell’ospedale di Cetraro per registrare le immagini del piazzale antistante. Tuttavia, dopo solo poche ore dall’installazione, avvenuta nell’agosto del 2015 dalle immagini si capiva che i titolari del bar erano gli stessi che avevano parlato con gli indagati la mattina del 9 luglio 2015 e si erano accorti della presenza della telecamera. La mattina del 14 agosto 2015, ignoti provvedevano ad asportare l’impianto di video sorveglianza. Ciò conferma – scrivono i magistrati – «la serrata vigilanza che i componenti della cosca Muto esercitavano sui loro luoghi di aggregazione».

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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