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La guerra dei Mario

COSENZA Forse è solo lo scontro tra un sindaco di centrodestra (ma molto civico) e un governatore di centrosinistra (molto politico), fuffa da archiviare in fretta. O forse no. Forse è il prim…

Pubblicato il: 21/07/2016 – 9:39
La guerra dei Mario

COSENZA Forse è solo lo scontro tra un sindaco di centrodestra (ma molto civico) e un governatore di centrosinistra (molto politico), fuffa da archiviare in fretta. O forse no. Forse è il primo faccia a faccia tra il presidente della giunta e il fratello di colui che vorrebbe diventarlo (Roberto Occhiuto). La guerra dei Mario (Occhiuto e Oliverio) è in corso. C’è di mezzo – dato non trascurabile – la gestione della Provincia di Cosenza, per la quale il primo ha soppiantato il secondo dopo nove anni di governo ininterrotto. Ci sono di mezzo appalti milionari, risorse comunitarie, congiure vere o presunte. E, come al solito, la sanità.
Con la politica bloccata (terrorizzata?) dalle inchieste sulla masso-‘ndrangheta, Mario&Mario si beccano a colpi di note. E la comunicazione riflette il cliché delle elezioni all’ombra di Palazzo dei Bruzi. Il Mario antipolitico (Occhiuto) attacca il politico: «Oliverio non sta dirigendo la sua attività amministrativa verso la risoluzione dei tanti problemi che affliggono i calabresi, ma passa il suo tempo a ordire congiure e intrallazzi, come è d’uso in una classe politica inetta e furba». Congiure, cospirazioni, teoria del complotto: roba da Voyager? Niente affatto, per Occhiuto: «Il presidente Oliverio, non appare mai in prima persona, ma si nasconde per correre meno rischi possibili. E faccio degli esempi concreti: Oliverio ha appaltato la metrotranvia senza le necessarie autorizzazioni e adesso non ha neanche il coraggio di convocarmi, ma preferisce lasciare che sia la ditta appaltatrice a farlo direttamente. Questo per far intendere che lui non c’entra nulla».
«I cittadini devono sapere – spiega il sindaco – che Mario Oliverio sta bloccando tutti i finanziamenti del Comune di Cosenza, come quelli per il completamento di piazza Bilotti o per la realizzazione del Museo di Alarico, senza dimenticare che anche il servizio della circolare veloce, un comodo trasporto pubblico da Cosenza all’Unical, è stato bloccato dalla Regione per favorire gli autotrasportatori locali». L’elenco dei presunti fallimenti è lungo: sanità («non ha mai vissuto un periodo così disastroso come quello attuale») e fondi europei innanzitutto. E la conclusione tranciante: «Oliverio ha avuto la sua occasione e ha fallito. La Calabria merita di meglio. Salviamo la Calabria». Sembra già uno slogan per le prossime regionali.
E Oliverio? L’ha presa bene: per il governatore, l’altro Mario «comincia a dare i numeri e parla a vanvera. È evidente che alza i toni e punta sulla provocazione, nel chiaro tentativo di rifarsi una verginità». La risposta, tanto per chiarire che le regionali c’entrano eccome, tira in ballo il passato: «È stato uno dei protagonisti principali della compagine che con Scopelliti ha condotto la Calabria allo sfascio. Non a caso, in questo primo anno e mezzo, il mio impegno dal governo regionale è stato inevitabilmente dedicato prima di tutto a spalare le pesanti e nauseabonde macerie generate dalle loro distruzioni». Un giudizio compassato sull’azione del sindaco: «L’amministrazione della cosa pubblica a Cosenza e in Calabria, negli ultimi cinque anni, ha conosciuto vere e proprie barbarie e devastazioni. Solo ora potrà aprirsi in Calabria un ciclo virtuoso per realizzare investimenti finalizzati allo sviluppo e alla crescita dell’occupazione e per promuovere iniziative rivolte ad assicurare ai cittadini i diritti primari e costitutivi dello Stato sociale. Solo ora, grazie al lavoro che stiamo svolgendo, si apre la possibilità per una “Calabria normale”, i cui tratti distintivi sono contrassegnati dal principio dell’etica e della legalità. Una Regione siffatta è ovviamente sconosciuta a Mario Occhiuto e ai suoi sodali». Insomma, siamo in campagna elettorale.
E un po’ lo siamo davvero. Basta vedere (non capire, quello pare impossibile) cosa accade alla Provincia di Cosenza, dove il consigliere provinciale anziano, Graziano Di Natale, convoca consigli (e Occhiuto dice che non ha i titoli per farlo) mentre Occhiuto convoca le elezioni (e Di Natale dice che non ha i titoli per farlo). Intanto Di Natale mostra su Facebook una nota in cui il sottosegretario per gli Affari regionali, Gianclaudio Bressa, gli dà ragione («Vinta la battaglia di legalità e democrazia») e Roberto Occhiuto, assieme a Jole Santelli, definisce «sconsiderata» l’azione dell’esponente del governo. I due parlamentari forzisti hanno già chiesto un incontro ad Alfano. Ai cosentini, tra incontri, congiure e governanti tirati in ballo, farebbe comodo sapere chi governa la Provincia. Tutto il resto – davvero – è fuffa.

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

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