COSENZA Il Nipaf del Corpo Forestale di Cosenza ha sequestrato quattro impianti di depurazione al servizio del centro abitato di Domanico e delle sue contrade perché in stato di completo abbandono spandevano liquami fognari direttamente sul suolo senza effettuare alcun trattamento. All’interno degli impianti sono stati rinvenuti cospicui quantitativi di fanghi di depurazione mai smaltiti. È quanto emerso dalle indagini del Corpo Forestale dello Stato, condotte dal Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale e dal Comando Stazione di Longobardi, coordinate dal procuratore aggiunto Marisa Manzini che ha portato al sequestro di quattro depuratori e alla denuncia a piede libero di due persone nella loro qualità di amministratori e tecnici comunali. Ai due sono stati contestati i reati di gestione illecita di rifiuti, scarico di acque reflue sul suolo, danneggiamento e deturpamento di bellezze naturali.
Tre depuratori scaricavano nel Busento e uno nel Vallone Manche Fragole. La Procura della Repubblica di Cosenza, guidata da Mario Spagnuolo, sta già predisponendo ulteriori accertamenti di natura tecnica per determinare l’entità e la tipologia dell’inquinamento nonché l’effettivo grado di danno subìto dall’ambiente e dalle risorse naturali. L’operazione si inquadra in una più ampia azione di contrasto ai reati in danno all’ambiente portata avanti con determinazione dalla Procura della Repubblica. Il procuratore capo Mario Spagnuolo sostiene infatti che l’ambiente naturale e la salute del cittadino sono beni primari verso i quali l’azione di tutela della Procura della Repubblica di Cosenza e delle forze dell’ordine continuerà vigile e con rafforzato vigore.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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