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Sanità, perché Aieta dovrebbe protestare contro Oliverio

COSENZA Nella migliore delle ipotesi sono accusati di essere antidemocratici, nella peggiore di voler distruggere il sistema sanitario. Commissario e vicecommissario al Piano di rientro, Massimo Sc…

Pubblicato il: 22/07/2016 – 11:38
Sanità, perché Aieta dovrebbe protestare contro Oliverio

COSENZA Nella migliore delle ipotesi sono accusati di essere antidemocratici, nella peggiore di voler distruggere il sistema sanitario. Commissario e vicecommissario al Piano di rientro, Massimo Scura e Andrea Urbani, sono oggetto di attacchi quotidiani da parte del Partito democratico. Oggi, poi, hanno addirittura provocato – con le loro scelte sulla rete ospedaliera – una protesta clamorosa. Giuseppe Aieta, consigliere regionale dem ed ex sindaco di Cetraro, si è autosospeso dal partito. Pronunciando parole di fuoco proprio contro Scura e Urbani. Aieta è deluso (e assieme a lui politici e cittadini) per il modo in cui il nuovo decreto sulla rete ospedaliera tratta il “suo” territorio.
Dietro la ribellione del centrosinistra c’è, innanzitutto, una preoccupazione politica: «I calabresi non distinguono più tra l’azione dannosa dei commissari e quella del Partito democratico che è forza di governo alla Regione e al governo. Il clima in Calabria è divenuto pesante per via della diffusa indignazione che ad ogni latitudine ha contagiato i cittadini e gli operatori sanitari».
Capovolgiamo, però, per un attimo il punto di vista e chiediamoci contro chi dovrebbe protestare Aieta. C’è un dato che, ovviamente, il consigliere regionale (e il Pd, in generale, quando protesta sulla sanità) non menziona: il commissario e il suo vice hanno recepito in toto, prima di varare il decreto osteggiato dai dem, le proposte che sono arrivate dai territori. Nel caso della parte di decreto che ha toccato da vicino il consigliere, Scura e Urbani non hanno fatto altro che prendere le indicazioni arrivate dall’Asp di Cosenza e trasformarle in legge. Le scelte così invise ad Aieta da provocarne l’autosospensione del Pd arrivano dai vertici dell’Azienda guidata da Raffaele Mauro, il manager scelto dalla maggioranza e indicato proprio da Oliverio per guidare la sanità cosentina. Lo stesso che deve barcamenarsi tra un bilancio da rattoppare e l’offerta di servizi da garantire.
Tanto per essere chiari, nella nota esplicativa inviata dall’Asp ai commissari, c’è il passaggio che ha provocato l’ira di Aieta: «Nello Spoke di Cetraro-Paola, in coerenza con quanto emerso dalla concertazione avvenuta sul tema presso l’Ufficio del commissario ad acta, si trasferisce tutta l’area chirurgica, unitamente al dipartimento Materno-infantile (Pediatria, Ostetricia e Ginecologia) presso la struttura del presidio ospedaliero di Paola». Queste le scelte. Tornando ai principi, quella di Mauro è una nomina politica e non si può pensare che il dg non abbia un’interlocuzione con il governatore. Dunque, rifacciamo la domanda: con chi deve prendersela Aieta, forse addirittura con Oliverio?
Le scelte di Scura e Urbani entrano spesso nel mirino del presidente della giunta regionale e del suo consigliere per la sanità Franco Pacenza. E qualche volta (è il caso della convenzione siglata con Agenas), le proteste istituzionali si trasformano in ricorsi amministrativi vincenti. Questa volta però, la struttura commissariale ha semplicemente preso atto delle indicazioni che sono arrivate da tecnici di nomina politica. Non solo per l’Asp di Cosenza ma anche per altre Aziende calabresi. Insomma, il decreto sarà pure migliorabile e la sanità calabrese non se la passa bene, ma la sua approvazione non è stato un golpe. E la politica, specialmente il Pd, sa a chi rivolgersi per chiedere conto. Ma a volte chiedere conto non conviene, meglio un comodo capro espiatorio.

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

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