«I cittadini calabresi scendono in piazza per protestare contro il mare sporco e chiedere interventi urgenti ad una classe politica che sembra incapace di risolvere i problemi ambientali che inevitabilmente hanno ricadute negative sull’economia del territorio. La mobilitazione spontanea dei cittadini del Vibonese dimostra che gli allarmi lanciati da Goletta Verde non hanno nulla di strumentale, come purtroppo vogliono far credere gli amministratori che si lamentano di presunti danni legati alla semplice diffusione dei dati scientifici raccolti». È quanto si legge in una nota di Legambiente Calabria, che commenta così le proteste messe in atto dai cittadini di Nicotera a causa del mare sporco: «In realtà il vero danno alle comunità è causato da scelte amministrative scellerate, dalla diffusa illegalità e dalle carenze nei controlli in materia ambientale. I cittadini vedono con i propri occhi e toccano con mano – proseguono gli ambientalisti calabresi – gli effetti di quell’inquinamento che Legambiente continua a denunciare con il supporto di dati scientifici che gli amministratori di turno tentano di screditare, provando a mettere la sporcizia sotto il tappeto. La politica deve assumersi le proprie responsabilità, tutelare il territorio e quel patrimonio ambientale, paesaggistico e naturalistico che dovrebbe essere il motore della crescita di una regione a forte vocazione turistica come la Calabria. La politica ascolti la voce di quei cittadini che hanno deciso di ribellarsi all’indolenza e all’incuria amministrativa oltre che al malaffare che ha accompagnato negli anni la gestione delle politiche ambientali».
«Dai dati del nostro dossier sui fanghi di depurazione in Calabria, emerge che – aggiunge Legambiente – dei 50 Comuni della provincia di Vibo Valentia, solo due, nell’anno 2014, hanno comunicato alla Regione Calabria il volume d’acqua trattata negli impianti di depurazione e la quantità di fanghi smaltiti. La quantità di fanghi correttamente smaltiti, per i soli pochi dati pubblicati, è meno del 10% del minimo teorico. Nell’anno 2013, ultimo messo messa a disposizione della nostra associazione, la Provincia e l’Arpacal hanno effettuato 25 controlli (su 14 impianti), 10 di questi sono risultati non conformi».
«Per quanto riguarda i recenti dati di Goletta verde, in provincia di Vibo Valentia, sono risultati fortemente inquinati cinque dei sei campionamenti: alla foce del fiume Angitola in località Calamaio a Pizzo; alla foce del fosso Sant’Anna a Bivona di Vibo Marina; alla foce del torrente Murria a Briatico; alla foce del torrente Ruffa a Ricadi e alla foce del torrente Britto a Marina di Nicotera. Seppure quest’ultimo punto non coincide con la spiaggia che nei giorni scorsi finì sotto l’attenzione dell’opinione pubblica a causa delle vibrate proteste dei cittadini di Nicotera, Legambiente – concludono gli ambientalisti – chiede all’amministrazione e all’Arpa Calabria di proseguire negli approfondimenti delle possibili situazioni di rischio per la salute dei bagnanti. Entro i limiti, invece, quello presso la spiaggia in corrispondenza della foce del torrente Arbona, quest’anno in secca, nella frazione di Santa Domenica di Ricadi».
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