REGGIO CALABRIA «In Calabria comanda la ‘ndrangheta, che ormai è la politica». “La notte che spazza il sistema” ha avuto la parlamentare del Movimento 5 Stelle Dalila Nesci tra i suoi protagonisti. «Per la Città Metropolitana di Reggio Calabria verranno spesi oltre 410 milioni di euro. Una torta enorme, un’occasione da non lasciarsi sfuggire, un malloppo su cui fiondarsi con la solita destrezza, solerzia e avidità», ha detto la deputata alla folla accorsa sul lungomare di Reggio Calabria per seguire la manifestazione a cui hanno preso parte anche Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista.
«Una firma, una foto, i patti di Renzi e Oliverio e poi via con la creatività locale, con cui trovare modi e mezzi per accaparrarsi quella montagna di soldi, tra forum e comitati pensanti, sotto l’ombrello nero di noti pregiudicati», ha aggiunto Nesci.
Come a Lamezia Terme, all’iniziativa pubblica sulla sanità del 26 giugno scorso, Nesci ha tracciato la prospettiva politica del Movimento 5 Stelle per la Calabria. Ha ribadito la volontà del Movimento di andare al governo nazionale e regionale, sottolineando quanto il M5S abbia dato prova di essere diverso dai partiti, di conoscere i problemi e di sapere individuare e praticare le soluzioni necessarie.
La deputata, inoltre, ha tirato fuori una contraddizione nel Comune di Reggio Calabria: la ditta Aet, di Antonio Martino e Andrea Cuzzocrea, presidente degli industriali reggini, ha vinto l’appalto per i parcheggi del palazzo di giustizia con un ribasso del 26,451%, benché segnalata nella relazione della commissione d’accesso, che determinò lo scioglimento del municipio, avvenuto il 9 ottobre 2012. Nesci ha posto il problema politico: il sindaco Giuseppe Falcomatà deve spiegazioni.
Nel corso dell’iniziativa, la deputata Federica Dieni ha parlato dell’isolamento dell’assessore Angela Marcianò e dell’interrogazione parlamentare con cui M5S ha chiesto al ministro dell’Interno una nuova commissione d’accesso al municipio.
Luigi Di Maio, in apertura del suo discorso, conclusivo della manifestazione, ha chiesto un applauso scrosciante per i magistrati reggini, ricordando le grandi difficoltà in cui sono costretti a lavorare, soprattutto per una carenza di organico voluta dal potere politico. Per Di Maio, «quando 5 stelle sarà tra un anno e mezzo al governo, questa situazione non ci sarà più».
Il ruolo dei magistrati, non soltanto tecnico ma civile, è stato il tema ricorrente dei vari interventi, da Di Battista a Nesci e Di Maio.
Il vicepresidente della Camera ha parlato dell’inchiesta “Mammasantissima”, che rinvia all’immunità con cui si schermano gli infiltrati della ‘ndrangheta, con riferimento al senatore Gal Antonio Caridi. Ha detto che la ‘ndrangheta, come emerso dalle indagini, ha creato una sua «scuola di partito».
Per Di Battista il M5S è la speranza dell’Italia e anche della Calabria. Il deputato del direttorio 5 stelle ha fatto chiaro riferimento alla riforma costituzionale, ritenendola funzionale a mantenere il sistema. Anche Di Maio ha parlato della riforma costituzionale in ponte, che a suo avviso di fatto protegge le cupole politiche piene di mafiosi.
Nel corso della manifestazione è stato anche ricordato che nell’ottobre 2013 il Movimento impedì l’ingresso nella commissione parlamentare Antimafia del senatore Antonio Caridi.
Al centro dell’attenzione anche il ruolo direttivo della massoneria deviata, di cui ha parlato pure il senatore Nicola Morra, oltre alle deputate Nesci, Dieni e Giulia Sarti (commissione Antimafia).
All’iniziativa c’erano circa 4mila persone, tra quelle disposte al centro della piazza e quelle posizionate ai lati del palco. Letto, durante la serata, il seguente contributo di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato Paolo, accompagnato da un lungo applauso. «Mi scuso con tutti, non riesco a intervenire a tarda sera, essendo tornato a Palermo da poco, dalla consegna di un bene confiscato in Campania. Devo riposare, anche dopo le giornate intense dedicate alla memoria viva di mio fratello Paolo. Porto il mio saluto affettuoso all’iniziativa di oggi e a tutte le coscienze pulite che lottano contro ogni potere deviato, arrogante, violento e illegale. Anche la Calabria può ribellarsi. Deve farlo perché è l’unica possibilità per i giovani, per le nuove generazioni che non meritano di soffrire, non meritano la mancanza di certezze e non meritano l’oppressione mafiosa. Dobbiamo reagire per fermare l’emigrazione e le diseguaglianze provocate da una ‘ndrangheta politica priva di scrupoli, guidata da una massoneria ancora più pericolosa. Dobbiamo essere uniti e portare ovunque questo messaggio, iniziando dai più giovani. Soltanto così la Calabria, che è una terra meravigliosa, potrà finalmente respirare appieno la bellezza del fresco profumo di libertà, che è l’auspicio, l’eredità spirituale, morale e civile di mio fratello Paolo».
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