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"Io sto con De Raho", pochi in piazza dopo il mare di adesioni virtuali

REGGIO CALABRIA Si è conclusa con un lungo applauso di sostegno e plauso alla Dda e alla procura di Reggio Calabria, la manifestazione che a Reggio Calabria avrebbe dovuto far tracimare dai social …

Pubblicato il: 25/07/2016 – 19:01
"Io sto con De Raho", pochi in piazza dopo il mare di adesioni virtuali

REGGIO CALABRIA Si è conclusa con un lungo applauso di sostegno e plauso alla Dda e alla procura di Reggio Calabria, la manifestazione che a Reggio Calabria avrebbe dovuto far tracimare dai social alla piazza l’entusiasmo e la voglia di cambiamento generate dalle ultime inchieste. In realtà, del mare di indignati da tastiera che avevano anticipato la propria adesione si sono presentati in pochi. Tra i duecentocinquanta che puntuali oggi pomeriggio erano a piazza Italia, c’erano soprattutto attivisti noti e meno noti di associazioni e comitati, un po’ di curiosi, qualche politico. Incluso dell’attuale amministrazione. E se il primo intervento dell’assessore Giovanni Muraca, che ha puntualizzato come la procura abbia lodato il nuovo corso a palazzo San Giorgio, è passato nell’indifferenza generale, il secondo è stato coperto dai fischi. L’assessore è tornato a chiedere la parola per puntualizzare il carattere «apolitico e di pura solidarietà ai magistrati dell’appuntamento», pretendendo «il contraddittorio» in caso di «attacchi al sindaco e all’amministrazione» di cui ha rivendicato l’operato. Richieste rispedite al mittente da una piazza che non sembra in vena di sconti e si è infiammata quando – e lo ha fatto più di uno – sono state ricordate le miopie di sindaco e Giunta. Ha chiesto – e pretende una risposta – come mai Paolo Romeo sia stato ricevuto in prima commissione consiliare e i suoi progetti siano stati presi in considerazione, il senatore Francesco Molinari, ex pentastellato passato poi a Idv. Ma il parlamentare ha chiesto anche come mai la macchina comunale sia rimasta indenne alla bonifica che i commissari prefettizia avrebbero dovuto guidare dopo lo scioglimento del Comune per contiguità mafiose. Ancor più duro è stato Stefano Morabito, candidato di sinistra alla carica di sindaco all’epoca delle ultime consultazioni, che ha invitato la città a reagire. «Dobbiamo fare i complimenti alla magistratura per l’intelligenza investigativa. Questa procura si dimostra all’avanguardia al pari di quella della fine degli anni Novanta, quando con Olimpia è stata svelata la vera storia della città. Ma non possiamo limitarci ad aspettare l’azione dei magistrati, dobbiamo iniziare noi a ripulire Reggio. Dobbiamo riprendere la lotta e la critica politica, perché anche senza attendere le indagini che ne denotino la rilevanza penale, abbiamo gli strumenti per individuare quello che socialmente è inaccettabile. Il marcio per dirla in maniera chiara». È il caso – dice – del meccanismo del project financing che in modo più che sospetto – anche prima che la magistratura svelasse l’ombra della Cupola che si celava dietro – ha portato in riva allo Stretto una holding come la Accion Agua. «Ma è anche il caso delle società miste che come hanno dimostrato le inchieste sono servite solo alla ‘ndrangheta per fare affari e oggi sono state riproposte tali e quali dall’amministrazione Falcomatà. Hanno cambiato solo nome». Se la prende con il sindaco Falcomatà anche Ivan Tripodi del Pdci, mentre Luciana Bova per le femministe della collettiva Autono-mia presenta il conto delle cose che l’amministrazione avrebbe dovuto fare e ha dimenticato, dei personaggi che avrebbe dovuto allontanare e ha mantenuto, invitando la città intera a reagire. Ma è Tiberio Bentivoglio, pioniere della lotta al racket in città e per questo da anni costretto a vivere sotto scorta, a parlare alla pancia della piazza e a infiammarla. Nelle sue parole c’è tutta la rabbia e l’indignazione della Reggio che si sente offesa perché schiava di un giogo decennale, ma soprattutto la voglia di schierarsi in prima persona e combattere. Una sfida che ha contraddistinto l’intera vita dell’imprenditore e che Bentivoglio rinnova oggi, ancor prima di chiedere ai magistrati di andare avanti perché «abbiamo bisogno di rimuovere tanta spazzatura in questa città». Speranza e rabbia si alternano negli interventi più o meno spontanei, fra chi chiede il microfono per dar spazio alla propria personalissima battaglia e chi cerca nella piazza un riflesso della propria voglia di riscatto. È una spruzzata di pioggia a chiudere l’appuntamento e congedare i manifestanti, mentre Reggio – sonnolenta, indolente – continua a passeggiare sul vicino corso Garibaldi.

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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