ROMA Una vera e propria azienda dell’usura e del riciclaggio, che utilizzava nomi e volti noti della malavita romana per mettere in ginocchio le proprie vittime. È questo il profilo dell’organizzazione individuata oggi dalla Dia di Roma, coordinata dai magistrati della locale procura e smantellata per ordine del gip della capitale.
L’inchiesta, avviata nel 2012, ha consentito secondo gli investigatori di «far emergere l’esistenza di un gruppo organizzato in stretti rapporti con personaggi noti negli ambienti della malavita romana, oltremodo indicativi della caratura criminale dei capi del sodalizio e delle forti capacità “di presa” sulle vittime dei prestiti usurari».
Tra gli esponenti di vertice dell’organizzazione, c’è anche l’avvocato Benedetto Stranieri, 53 anni, finito in manette prima per aver “aggiustato” una serie di processi in Cassazione per uomini del clan di Cutro, quindi come consigliori economico finanziario del boss Grande Aracri. Era lui – hanno svelato le Dda di Catanzaro e Bologna – a curare le attività della “Save group” e della sua controllata “Save International”, usate nel tempo dagli uomini del clan di Cutro per le loro “scorribande” internazionali. Grazie a Stranieri, Nicolino Grande Aracri ha potuto diversificare i propri investimenti, piazzando oltre mezzo miliardo di euro in affari quanto meno inconsueti: alloggi per i militari in Costa d’Avorio, un megacomplesso alberghiero in Bulgaria, progetti in Ghana ed Algeria.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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