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Assemblea Pd, il M5S usa il lanciafiamme: «Partito vergognoso»

CATANZARO «Il Pd è bollito». Suona come una sentenza il giudizio espresso dai portavoce calabresi, parlamentari e comunali, del Movimento 5 Stelle in una lettera aperta al segretario regionale, Ern…

Pubblicato il: 27/07/2016 – 12:10
Assemblea Pd, il M5S usa il lanciafiamme: «Partito vergognoso»

CATANZARO «Il Pd è bollito». Suona come una sentenza il giudizio espresso dai portavoce calabresi, parlamentari e comunali, del Movimento 5 Stelle in una lettera aperta al segretario regionale, Ernesto Magorno. «Sa di nulla – continuano rivolti ai dem – il vostro plauso ai magistrati che hanno scoperchiato il sistema massonico e mafioso che schiaccia la Calabria. Siete la faccia dell’incoerenza, l’emblema della vuotezza. Campate di apparenza e fesserie, proprie dei regimi. Siete la negazione quotidiana della politica. Avete il vicepresidente del consiglio regionale in brutti guai di ‘ndrangheta e la prima giunta già travolta da “Rimborsopoli”, col presidente Oliverio fuori ma zitto, sempre immobile. Siete corresponsabili dello sfascio della sanità, delle finzioni sulla gestione dei commissari Scura e Urbani. Non pensate alle urgenze del lavoro ma ingannate disoccupati, precari e nuovi laureati. Siete lesti a inaugurare e celebrarvi, ma senza coscienza per come si vive, con ospedali cadenti, vuoti, privi di medici, infermieri, operatori e mezzi. Non vi preoccupa la distanza della regione, fisica ed economica, dall’Europa. Avete abbandonato il porto di Gioia Tauro e l’intera Piana. Avete voltato le spalle alle piccole e medie imprese. Non parlate dello spopolamento crescente, della perdita di risorse umane, giovani e intellettuali. Tuttavia siglate gemellaggi con città estere; per darvi un tono, riempire pagine, tv e distrarre l’opinione pubblica».
«Per un anno e passa – insistono i rappresentanti del M5S – avete recitato sulla rete ospedaliera, permettendo ai commissari alla sanità di abusare dei loro poteri, di schiacciare il parlamento regionale, gabbare il governatore, imporre atti stolti e perfino clientelari. Avete assicurato battaglia e tutela della salute, mentendo ogni volta. Ma questo non vi ha toccato, scosso, convertito. Avete nominato dirigenti in violazione di legge, coprendovi con argomentazioni terze e ridicole. Avete forzato e cambiato le regole, pur di tenere vostri famigli ai vertici della sanità».
E ancora: «Partendo dallo scandalo “Mercure”, avete chiuso gli occhi sulla salvaguardia ambientale, sui veleni sparsi lungo le coste o nell’interno, sull’affossamento voluto della scuola pubblica, sulla cancellazione dei diritti, sulla diffusione spaventosa dei tumori, sulla violenza contro il patrimonio culturale, il paesaggio e la bellezza dei luoghi. Per affarismo o ignoranza, avete sepolto la storia della Calabria e i suoi tesori. Tra l’altro avete consentito che dentro l’abbazia medievale di San Giovanni in Fiore ci fosse una casa di riposo privata. Naturalmente il governatore Oliverio non ne sapeva nulla: non l’avranno informato i più stretti collaboratori, troppo affannati tra pratiche forestali e riparazioni personali in officine della Provincia di Cosenza. Soprattutto, siete rimasti muti sul problema più grosso: in Calabria tutto si muove per impulso e direzione di una massoneria diabolica, che accorpa il vivaio politico e l’ala militare della ‘ndrangheta, condizionando istituzioni e amministrazioni pubbliche. Non avete preso una posizione sui punti oscuri che restano nel municipio di Reggio Calabria: l’isolamento subito dall’assessore Marcianò e i lavori pubblici a ditte segnalate dalla commissione dello scioglimento. Inoltre avete taciuto alla notizia che un vostro parlamentare scorrazzava in auto con un presunto prestanome del clan Muto. Come se fosse normale, in nome di un garantismo finto, pretestuoso e volgare».
Nel weekend è prevista l’assemblea regionale del Pd a Camigliatello Silano, due giorni durante i quali, secondo il Movimento calabrese, i dem dovranno «camminare a capo chino». Perché «a palazzo avete agito come i predecessori, nonostante il motto elettorale “discontinuità”. La vergogna vi accompagnerà sempre, come la vostra ombra. Dunque in Sila non parlate di nulla, perché nulla avete fatto».

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