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Clan e politica, Santelli: non si può più tenere la testa sotto la sabbia

CATANZARO «Sulle inchieste in corso per le commistioni tra ‘ndrangheta e politica si può far finta di nulla o esibire un garantismo di facciata o populistiche e indifferenziate condanne. Oppure si …

Pubblicato il: 28/07/2016 – 19:23
Clan e politica, Santelli: non si può più tenere la testa sotto la sabbia

CATANZARO «Sulle inchieste in corso per le commistioni tra ‘ndrangheta e politica si può far finta di nulla o esibire un garantismo di facciata o populistiche e indifferenziate condanne. Oppure si può provare ad analizzare, senza alcuna presunzione di essere esaustivi ma tentando almeno uno sforzo di riflessione». Lo afferma in una nota la deputata Jole Santelli, coordinatore regionale di Forza Italia. «L’infiltrazione nella politica – aggiunge – è una necessità finalizzata alla gestione. E criminalità e affari non hanno colore o ideologia, si sposano per interesse. Il primo punto è capire se il potere criminale sia determinante per la vittoria o meno, quindi se diventa questo condizione necessaria per vincere. Difficilmente in tal caso si ha una mancanza di consapevolezza rispetto all’accordo elettoral-criminale. Molto più spesso, pero, semplicemente si punta sul vincente, si infiltrano propri candidati oppure si opta per appoggiare qualcuno che diviene pedina del sistema criminale. Anche in questo caso si può avere consapevolezza dell’accordo di base oppure lo si può tollerare sospettandolo, o, ancora si può esserne ignari». «Vi sono due presupposti – dice ancora Santelli – che ritengo sbagliati: il primo è che la politica e i partiti conoscano tutto. Questo dipende dalla capacità della criminalità, considerando che spesso è attraverso gli insospettabili che è più facile infiltrarsi. Il secondo è che facciano fede le inchieste giudiziarie. Queste il più delle volte arrivano dopo anni e dovendo reprimere reati specifici sono settoriali. È necessario un raccordo maggiore fra le istituzioni, una collaborazione informativa se si scommette sulla reale voglia di riscatto. È sicuramente più complesso immaginarla con l’autorità giudiziaria, ma con gli organi di polizia è più facile realizzarla fattivamente. Occorre anche interrogarsi sui punti di maggiore vulnerabilità della politica e per questo vanno distinti i casi specifici e le situazioni personali per comprendere le falle nel “sistema”. Io, per esempio, sono fortemente convinta che il tallone d’Achille sia costituito dal sistema delle preferenze, uno strumento che rende particolarmente facile per i poteri criminali infiltrarsi nelle istituzioni e nei partiti».
«Infine, il tema dell’amministrazione – conclude Santelli – sollevato in maniera forte da Gratteri, per cui si dovrebbe riaffrontare la Bassanini lo strapotere della burocrazia. Il tentativo di mettere il morso alla politica ha creato una classe di “potenti” privi di responsabilità politica ma con un livello di decisionalità altissimo. Ogni crisi ha in sé una sfida che se raccolta può diventare opportunità. Non è più tempo per nascondere la testa sotto la sabbia, né per credere in malafede che queste cose riguardino gli altri, salvo poi trincerarsi in un penoso silenzio quando si è consapevoli che le infiltrazioni hanno toccato la propria porta».

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