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La morte del "Pugliese" nel silenzio della politica

Da solite note di stampa, enfatizzanti il lavoro dei commissari, rilevo l’ennesima puntata della commedia concordata tra i commissari e Roma. Infatti, il tavolo di verifica afferma che il pronto so…

Pubblicato il: 28/07/2016 – 9:23
La morte del "Pugliese" nel silenzio della politica

Da solite note di stampa, enfatizzanti il lavoro dei commissari, rilevo l’ennesima puntata della commedia concordata tra i commissari e Roma. Infatti, il tavolo di verifica afferma che il pronto soccorso della meravigliosa neo-Azienda unica “Renato Dulbecco” deve essere unico e collocato a Germaneto. Al tempo in cui lo scrivente, assieme a commissari governativi molto più seri e qualificati degli attuali, qualunque riassetto della sanità catanzarese (come documentabile dai Dca pubblicati all’epoca) prevedeva sempre 450 posti letto per il Pugliese e 250 posti letto per l’Aou Mater Domini. E non si creda che non fossimo stati oggetto di enormi pressioni a favore dell’Università da Roma e non solo (vedi il consigliere preferito di Scopelliti nonché tanti altri illuminati rappresentanti istituzionali catanzaresi che oggi gridano perché solo ora si accorgono che il Pugliese, come da me da anni anticipato, sarà ridotto ad un vero e proprio cronicario da 70/80 posti letto). Caro Panella, oggi dg del Pugliese svenduto, da medico dimmi se sto sbagliando analisi dopo avere letto che il tavolo di verifica vuole un unico pronto soccorso a Germaneto? 
Adesso, quindi, i commissari diranno che l’integrazione (rectius: la morte del Pugliese) è disposta da Roma e andranno avanti nella follia. Tralascio qui le altre follie tipo un unico punto nascita per Reggio Calabria al fine di favorire i privati che non vogliono più occuparsi di Ostetricia nella silenziosa ignavia dei direttori generali di Rc e di Oliverio&Pacenza. Ma su questo tornerò a breve nello specifico.
La morte decretata del Pugliese dai commissari (assieme a tante altre nefandezze già denunciate ma rimaste senza risposta, come sempre) avviene nel totale silenzio della politica che, invece, racconta a noi fessi calabresi di una guerra di Oliverio con i commissari. Si tratta di una finta guerra in cui Oliverio e tutti i calabresi siamo raccoglitori di cotone per i padroni dei campi Renzi e Lorenzin e per i loro referenti regionali. Chissà che avrà da dirsi il Pd nell’aria salubre di Camigliatello? Forse sarebbe meglio che si limitasse a passeggiare per le strade della nota località in cui anche Scopelliti, anni fa, tenne il famoso “riassetto programmatico” della sua Giunta. Come è andata a finire è noto a tutti.

*Segretario aziendale Ao di Reggio Calabria
e consigliere nazionale Anaao-Assomed

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