CATANZARO Nei documenti del Piano di rientro valutati dai ministeri dell’Economia e della Sanità non ci sono solo gli interventi volti a rimediare ai guasti del passato. Le schede servono anche a programmare la sanità del futuro. A far ripartire un sistema che oggi, dopo anni di blocco delle assunzioni e tagli lineari, annaspa. Nei numeri del Piano di rientro trova spazio anche la programmazione di nuovi servizi. È uno dei passaggi cardine della fase attuativa. Quella in cui, si spera, i calabresi torneranno a fidarsi dei loro ospedali e dei presidi territoriali.
COSA POTENZIARE L’idea di fondo – è sempre quella che traspare dai documenti ufficiali – è quella di potenziare le aree mediche, le aree chirurgiche (in particolare le chirurgie oncologiche, le ortopedie, tiroide e cardiochirugia), l’emergenza urgenza, le terapie intensive, la post acuzie, i servizi di emodialisi e le malattie infettive, in considerazione dell’eccezionale flusso di migranti sanitari osservato. È in queste specialità che i calabresi preferiscono (o sono costretti) curarsi al di fuori della Regione. È su queste che si pensa di intervenire. Il processo di riorganizzazione prevede anche qualche chiusura, come quella del punto nascita di Soverato che, secondo le valutazioni della struttura commissariale, non raggiunge la soglia dei 500 parti né possiede i requisiti per la deroga.
I PRIMI INTERVENTI La fase attuativa è già cominciata, così come il potenziamento di alcune strutture. Molto resta ancora da fare, ma sul territorio il processo è cominciato. È la struttura commissariale ha comunicato le iniziative ai ministeri.
A Cosenza sono state potenziate le strutture di Ematologia, Malattie infettive e Medicina nucleare. E’ operativo dal 1° luglio il Sistema di trasporto materno assistito (Stam) e del Sistema di emergenza del neonato (Stem)
A Crotone è stata potenziata l’area materno infantile con nuovi posti letto in Neonatologia ed è stata attivata la Terapia intensiva neonatale.
A Catanzaro l’Azienda ospedaliera universitaria Mater Domini ha potenziato l’area Oncologica, mentre a Reggio Calabria si è potenziata la Medicina d’urgenza e da gennaio è attiva la nuova Pet. Da luglio è attivo il nuovo Servizio di oncologia (Chemioterapia) senza posti letto nell’ospedale di Melito Porto Salvo.
IL CRONOPROGRAMMA Un nuovo step per il potenziamento dei servizi è previsto per la fine del 2016. Entro dicembre le procedure già attivate consentiranno di realizzare, nelle intenzioni dei commissari, circa il 65% delle aperture previste per i posti letto (476 su 737), insieme all’attivazione di servizi essenziali come la Pet a Cosenza (rendendo così autosufficiente la regione Calabria), la Cardiochirurgia a Reggio Calabria e la Chirurgia robotica (Da Vinci) a Reggio Calabria, quest’ultima assente in regione.
È previsto poi l’avvio di 6 nuove Stroke units, reparti specializzati nella diagnosi e terapia dei casi di ictus (Castrovillari, Cetraro- Paola, Rossano-Corigliano, Ao Catanzaro, Locri e Polistena), l’attivazione dell’urologia a Rossano-Cetraro e Polistena e, a Cosenza, la nascita di una nuova palazzina di Dermatologia oncologica con nuove sale operatorie e 20 posti letto, di un reparto di Gastroenterologia con nuove sale operatorie, di una nuova Radiologia interventistica e di un nuovo acceleratore lineare.
Molti gli interventi programmati nell’Ao di Reggio Calabria: nuovo Pronto soccorso, reparto di Chirurgia toracica, nuovo reparto di Oncoematologia pediatrica con annesse le strutture di ematologia, centro trapianti del midollo osseo, oncologia, radioterapia, fisica sanitaria. Questi i progetti che il commissario al Piano di rientro ha segnalato ai ministeri affiancanti per l’attivazione nei prossimi mesi. Non è tutto. Nell’elenco delle cose da fare ci sono anche servizi di oncologia senza posti letto negli ospedali di Tropea e Soverato, che completerebbero la rete oncologica, la cardiologia con emodinamica a Castrovillari, il Sistema di Trasporto Materno Assistito (Stam) e del Sistema di Emergenza del Neonato (Stem) per l’Area Centro e per l’Area Sud. È una delle grandi promesse mai mantenute per l’area di Lamezia Terme: il polo integrato Asp di Catanzaro – Inail per l’erogazione di prestazioni di assistenza sanitaria riabilitativa ospedaliera e non ospedaliera. L’idea replicando il modello di Budrio, è quella di fornire un servizio di realizzazione di protesi e presidi ortopedici per tutti i livelli di amputazione e di malformazione congenita e consulenza e fornitura di ausili per le persone con lesione midollare. Il progetto non ha mai visto la luce nonostante i molti impegni sulla carta. Scura e Urbani, nei loro piani, contemplano quello di metterlo a punto entro la fine del 2016. Il tempo dirà se sia solo un altro capitolo nel libro dei sogni della sanità calabrese.
RISORSE UMANE Con la fine del blocco del turnover che ha sfiancato la sanità calabrese, è partita la road map per rimpolpare gli organici. Ad aprile e ad agosto 2015 è stata autorizzata la assunzione di 860 unità di personale tra medici, infermieri ed operatori socio-sanitari, per potenziare l’aerea dell’emergenza urgenza e le discipline afferenti. Ad oggi circa 700 hanno già preso servizio. A luglio 2016 è stata autorizzata l’assunzione di ulteriori 770 unità di personale, mentre dall’aprile 2015 sono stati autorizzati 73 concorsi per dirigenti di unità complessa per eliminare il fenomeno dei reparti ospedalieri guidati da responsabili facenti funzione selezionati in assenza di concorso. Ad oggi già 10 hanno già preso servizio e per la maggior parte provengono da fuori regione (Lombardia, Lazio, Puglia, Sicilia, ecc..). Altro intervento sugli organici è costituito dall’accordo per la stabilizzazione, per il triennio 2016-2018, di 900 unità di personale, 295 delle quali sono già state stabilizzate al luglio 2016. (2. Fine)
Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it
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