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Rivoltelle e Gay Pride, un venerdì di intolleranza

Non è stata una bella giornata per la tolleranza, quella di questo venerdì di fine luglio. Nell’ora della canicola comincia a circolare un comunicato stampa firmato da Domenico Furgiuele, coordinat…

Pubblicato il: 29/07/2016 – 17:20
Rivoltelle e Gay Pride, un venerdì di intolleranza

Non è stata una bella giornata per la tolleranza, quella di questo venerdì di fine luglio. Nell’ora della canicola comincia a circolare un comunicato stampa firmato da Domenico Furgiuele, coordinatore regionale di “Noi con Salvini” Calabria. Dovendo portare avanti la bandiera dei duri e puri, come il vessillo richiede, Furgiuele firma una nota con la quale si scaglia contro il gay pride previsto per domani a Tropea e che il coordinatore non esita a definire «una pagliacciata». L’ingrediente più importante del suo discorso sono i bambini, costretti a vedere sfilare davanti ai loro poveri e innocenti occhi «coppie di uomini in atteggiamento sessualmente ambiguo». E poi, che altro vogliono pretendere i gay? Hanno ottenuto diritti civili a volontà, pur essendo una minoranza: «Una minoranza di donne e di uomini che non hanno, ormai, più nulla a pretendere – scrive, testuale Furgiuele – né giuridicamente, né politicamente dato ciò che è derivato dalla manovra circense relativa alle unioni civili grazie alle quali la relazionalità omosessuale è, oggi, assimilabile, in qualche strano modo, all’istituto del matrimonio, dovrebbe aver concluso la vorticosa giostra di quesiti, dal momento che il concetto di genitorialità, al quale pare che ancora si ambisca, è ostruito dalla stessa Natura». Nel calderone, accanto ai bambini, non può mancare, naturalmente, qualche problema d’attualità. E ben venga il settore turistico al collasso: «Mentre il settore turistico è al collasso con ciò che ne consegue in termini occupazionali, la politica calabrese, oramai definitivamente scollegata dalla realtà che la circonda, riesce a partorire soluzioni che si tramutano nell’ennesima iniziativa inutile e di cattivo gusto come il GayPride».
In tutto ciò, però, che nessuno osi pensare vi sia del sessismo o del razzismo: «È lapalissiano che ognuno ha il diritto di vivere la propria sessualità e il diritto, nel rispetto delle regole, di manifestare pubblicamente, ma non capiamo quale sia la ragione di una manifestazione del genere a Tropea, il 30 luglio!Il popolo calabrese, per dimostrare la propria capacità di saper ospitare e rispettare i diritti di tutti, non ha bisogno di far sfilare per le proprie strade, coppie di uomini in atteggiamento sessualmente ambiguo magari davanti agli occhi di bambini».

SIETE LESBICHE, NIENTE CONCERTO «Le Rivoltelle sono lesbiche e questa è una festa religiosa e quindi potrebbero offendere la morale cattolica di ogni singolo cristiano facente parte di questa comunità». Questa l’accoglienza riservata a un concerto della band, tutta al femminile, da tale pudicissima e cattolicissima Maria Antonietta di Rossano Calabro. Lo rende noto, con un post su facebook lo stesso gruppo: «Ora, a prescindere se il fatto sussista o meno, e cioè se alle Rivoltelle piaccia Raoul Bova o Belen Rodriguez. A prescindere se tutte le Rivoltelle, o solo la batterista, o la bassista principalmente ma… sicuramente anche le altre due… hai sentito la cantante che ha detto al concerto… a prescindere da tutto questo vociare che sento continuamente dietro di me, mi chiedo come sia possibile che ancora girino a piede libero e soprattutto esprimano liberamente ed impunite il loro pensiero persone di tanta ignoranza. Mi chiedo come sia possibile ancora giudicare un uomo o una donna in base ad una preferenza sessuale. Mi chiedo come sia possibile offendere e denigrare e soprattutto impedire ad una band di donne di esibirsi solo perché non si presentano come quattro sgallettate e prive di pensiero autonomo”, scrive Elena. E già, se magari si trattava di quattro scosciate e molto decorative vallette coccodè al seguito di qualche boy band, il problema non si poneva. Ma per Le Rivoltelle una provocazione è un invito a nozze: “Fino a quando la Calabria sarà abitata da persone come lei (si rivolge Elena a Maria Antonietta) sarà ancora più forte e feroce e stimolante la nostra rivoluzione. Quindi grazie!».

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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