REGGIO CALABRIA D’Agostino, chi è costui? È il consiglio regionale dei don Abbondio, degli eletti che vogliono a tutti i costi ignorare l’indagine che coinvolge quel carneade del loro vicepresidente. Il patron della Stocco&stocco, sospettato dalla Dda di Reggio di essere un prestanome dei clan, nei giorni scorsi si è autosospeso dall’Ufficio di presidenza per evitare «strumentalizzazioni». Lecito aspettarsi una presa di posizione dell’Aula, del governatore Oliverio o anche del presidente del Consiglio Irto. Niente di tutto questo, invece. Come se non fosse successo nulla: i calabresi non avranno modo di conoscere le risoluzioni della più importante istituzione regionale su una vicenda che riguarda da vicino un suo eletto (tra l’altro nemmeno presente in aula). Meglio passare ad altri e meno spinosi argomenti.
OK AL QTRP Uno di questi è il Quadro territoriale paesaggistico (Qtrp), approvato – dopo la relazione dell’assessore Rossi – dalla sola maggioranza, con i pochi consiglieri d’opposizione presenti fuori dall’aula nel tentativo, fallito, di far saltare la votazione per la mancanza del numero legale (decisiva la presenza dell’esponente della Casa delle libertà Giuseppe Graziano). «Il nuovo Qtrp – osserva Rossi – vuole indirizzare gli enti territoriali verso una nuova sostenibilità ambientale e favorire una diversa cultura dello sviluppo». Ok anche alle ultime modifiche alla legge urbanistica, che prevedono una semplificazione delle procedure e un minor consumo di suolo.
377MILA EURO A ZOCCALI: SCONTRO IN AULA Il consiglio regionale approva anche il riconoscimento di 9 milioni di debiti fuori bilancio della Regione. Ma è subito bagarre, scatenata dal provvedimento che riconosce il credito di 377mila euro dell’ex dg della giunta Scopelliti, Franco Zoccali, “licenziato” proprio dall’esecutivo Oliverio.
È l’assessore al Bilancio Antonio Viscomi a spiegare il senso dell’intero provvedimento: «È un’occasione di trasparenza nella gestione pubblica, un atto doveroso e necessario. Ma siamo anche consapevoli di dover sanare oggi debiti commessi da altri soggetti». Il vicepresidente elenca alcuni dei debiti contratti nelle passate legislature: il lavoro straordinario del 2002, il mancato pagamento di progetti del 2005, alcune pubblicazioni del 2004-2005, diverse sentenze esecutive del Tribunale di Catanzaro. «Ci auguriamo – conclude Viscomi – di non dover più approvare provvedimenti del genere in futuro». Il primo ad annunciare il suo “no” è Fausto Orsomarso (Misto), ma a fare rumore sono il voto contrario e l’astensione di due ex assessori regionali, Carlo Guccione e Vincenzo Ciconte. Secondo il primo, il riconoscimento di alcuni debiti poteva essere evitato se solo «la Regione fosse intervenuta per accertare le responsabilità di chi l’ha portata a soccombere». Ancora più specifico l’intervento di Ciconte, che contesta il riconoscimento nei confronti di Zoccali e, più in generale, l’intero documento: «Non mi convince e potevamo fare meglio».
Le critiche degli ex fanno infuriare il governatore Oliverio, che invita i dissidenti della maggioranza e l’opposizione a «non confondere le acque». «È paradossale – insiste – che si esprima contrarietà in presenza di sentenze di tribunale che riconoscono debiti contratti dal 2002 al 2014. Dovrebbe essere questa giunta a protestare, e invece in quest’aula ci si alza per arzigogolare e intervenire per chissà quali motivazioni politiche». Su Zoccali, poi, Oliverio ricorda la sentenza del Tribunale di Catanzaro che riconosce il suo diritto al risarcimento e ribadisce l’impugnazione proposta dalla Regione. Pronta la risposta di Guccione: «Il riconoscimento di questo debito può inficiare la causa di secondo grado».
Il governatore riserva l’ultima stoccata alla minoranza di centrodestra: «Il riconoscimento dei debiti fa parte del nostro percorso per bonificare e risanare le casse della Regione. È indecoroso assumere posizioni che hanno il sapore della demagogia e l’aspetto di una pantomima».
Dalla parte di Oliverio c’è anche Giovanni Nucera (La sinistra): «I debiti degli altri li paghiamo noi, ora andiamo avanti». Più articolata la posizione di Orlandino Greco: «Questa è l’ultima volta che voto per il riconoscimento di debiti fuori bilancio».
VILLA BRUTIA Primo passo per la nascita del nuovo Comune di Villa Brutia, in provincia di Cosenza. Il Consiglio ha approvato la proposta (presentata da Giuseppe Giudiceandrea) per l’indizione del referendum istitutivo che potrebbe determinare la fusione di cinque municipalità in una. I Comuni interessati sono quelli di Casole Bruzio, Pedace, Serra Pedace, Spezzano Piccolo e Trenta. L’Aula ha anche delegato la giunta regionale a fissare la data per il referendum. Per tutti, quella di oggi è «una data storica».
«È dal 1968, anno in cui è nata Lamezia Terme, che in Calabria non si compie un atto del genere. La sfida della Regione è ridisegnare l’apparato amministrativo della Calabria», il commento di Viscomi. Più pragmatico Greco: «I piccoli Comuni non possono più farcela da soli». Di unione tra Comuni «da promuovere» parla anche Giuseppe Graziano, secondo cui nel prossimo futuro potrebbe toccare anche a Rossano e Corigliano.
L’ATERP L’Aula ha inoltre esaminato e approvato diversi provvedimenti tecnici, tra cui il bilancio di previsione 2016-2018 e il rendiconto 2014 dell’Aterp. Un testo finanziario, ha spiegato l’assessore Roberto Musmanno, «elaborato esclusivamente con risorse proprie». Con il nuovo bilancio la Regione conta di mettere in atto un forte contrasto alla morosità, arrivata alla cifra record di 60 milioni. «Attualmente – ha aggiunto Musmanno – la capacità di recupero arriva al 3,7%. L’obiettivo è raggiungere il 7%, pari a 4,2 milioni». Le altre cifre riguardano i 38,7 milioni per le spese di personale, e i 4 per la manutenzione. L’Aterp unica, ha chiarito Musmanno, punta a trovare nuove fonti di finanziamento «attraverso l’innovazione e l’orientamento alla sostenibilità ambientale».
Via libera anche alle nuove disposizioni in materia di liquidazione delle Comunità soppresse. I vari commissari dovranno concludere le operazioni entro sei mesi dall’approvazione della nuova legge, prorogabili per altri 6.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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