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Mattiello: «Il governo si ricordi pure di Matacena»

REGGIO CALABRIA «Mentre il Senato decide su Caridi, il governo si ricordi di Matacena». Lo afferma in una nota Davide Mattiello, deputato Pd, membro della commissione Antimafia e della commissione …

Pubblicato il: 02/08/2016 – 19:53
Mattiello: «Il governo si ricordi pure di Matacena»

REGGIO CALABRIA «Mentre il Senato decide su Caridi, il governo si ricordi di Matacena». Lo afferma in una nota Davide Mattiello, deputato Pd, membro della commissione Antimafia e della commissione Giustizia. «Magistratura e politica – sottolinea Mattiello – operano in campi distinti, rappresentando poteri indipendenti di rango costituzionale, ma questo impone oltre al rispetto reciproco anche una grande complementarietà. Detto altrimenti: la magistratura ha il compito di certificare la verità giudiziaria, la politica ha il dovere di mettere la magistratura nelle condizioni migliori per svolgere questo compito e ha poi l’autonoma responsabilità di elaborare un giudizio politico che non si esaurisce in quello penale».
«La Dda di Reggio Calabria, da alcuni anni a questa parte – continua il deputato – sta esplorando una delle evoluzioni più pericolose della criminalità organizzata, quella che sta all’incrocio tra la legge Anselmi, che vieta le associazioni segrete e il 416 bis che colpisce l’associazione mafiosa. Quella evoluzione che il dottor Scarpinato chiama “masso-mafie”: organizzazioni dannose per la democrazia quanto e più delle mafie tradizionali, quanto e più del terrorismo, perché occupano stabilmente il potere istituzionale, dirottandone risorse, nomine, finalità. Figure come Caridi e Matacena, nelle ipotesi investigative tanto quanto nelle evidenze giudiziarie già cristallizzate – afferma Mattiello – si pongono come tasselli di questa evoluzione criminale. In attesa della decisione del Senato sulla richiesta di arresto del senatore Caridi, rammento al governo che Amedeo Matacena ha iniziato la sua terza estate da latitante a Dubai. Tra Italia ed Emirati Arabi non esiste un trattato di cooperazione giudiziaria: la bozza del trattato è stata firmata il 15 settembre dal ministro Orlando e dalle autorità emiratine, successivamente il 3 marzo 2016 il pre-trattato, acquisiti i pareri favorevoli di Giustizia, Interni e Mef, era iscritto all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri, ma venne rimandato indietro per approfondimenti, da allora è scomparso dai radar. Chiedo ancora con forza al governo italiano – conclude il deputato del Pd – di fare quanto è necessario per dare tempestiva attuazione al Trattato di cooperazione giudiziaria tra Italia ed Emirati per porre fine a questa latitanza che ha il sapore di una beffa per investigatori, magistrati e cittadini onesti».

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