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Caridi ha tre alleati per "salvarsi" dal Senato

ROMA «Non forziamo la mano, non vogliamo sostituirci alla magistratura». Quando la frase circola al Senato, nella tarda serata di martedì, pare far breccia almeno in un settore del Partito democrat…

Pubblicato il: 03/08/2016 – 20:06
Caridi ha tre alleati per "salvarsi" dal Senato

ROMA «Non forziamo la mano, non vogliamo sostituirci alla magistratura». Quando la frase circola al Senato, nella tarda serata di martedì, pare far breccia almeno in un settore del Partito democratico. Che accetta un ragionamento che è, allo stesso tempo, tecnico e politico. Dopo il sì della Giunta per le autorizzazioni a procedere, tocca all’Aula decidere – a scrutinio segreto – sul “caso Caridi”. Ma una parte di essa vede di buon grado un rinvio del bubbone a dopo la pausa estiva. Non solo perché in programma c’è il ddl editoria – sul quale si addensano nuvole minacciose da parte del Movimento 5Stelle – ma soprattutto perché il 13 agosto è previsto il pronunciamento del Tribunale del riesame sulla vicenda del senatore di Gal accusato dai magistrati della Dda di Reggio di essere un membro del direttorio riservato della ‘ndrangheta. È dai banchi del centrodestra che la notizia viene inoculata a Palazzo Madama, sperando che il passaparola serva ad alimentare la cautela nelle file dei dem. Obiettivo, almeno in parte, centrato. La spiegano fonti parlamentari: «L’orientamento è quello di portare in Aula il voto sulla richiesta d’arresto alla ripresa dei lavori parlamentari». Più dello spauracchio del Ddl, la migliore alleata di Antonio Caridi sarebbe la ritrosia di una parte del Pd a “sostituirsi” al – o in qualche modo anticipare il – Tribunale del riesame. 
Certo, non basta questo per far tirare un momentaneo sospiro di sollievo al senatore calabrese del gruppo Gal. Perché queste ritrosie e queste cautele dovranno passare al vaglio di Piero Grasso, il presidente del Senato che, da parte sua, aveva caldeggiato un’inversione dei lavori in programma proprio per dare priorità alla decisione su Caridi. Le diplomazie sono al lavoro, e i fautori dello slittamento sperano che la motivazione tecnica (non anticipare i giudici) possa far capolino nella fermezza mantenuta dall’ex procuratore capo della Direzione nazionale antimafia.
Per il resto, con Idv che ha già annunciato il sì alla richiesta d’arresto, c’è il Movimento 5Stelle sul piede di guerra. I pentastellati addebitano le manovre di rallentamento ai democratici: «Se il Pd proverà a salvarlo dobbiamo essere pronti a tutto, anche ad occupare l’Aula», è il passaparola tra i parlamentari cinquestelle. I quali, tra l’altro, temono che possa mancare il numero legale per le votazioni.
Dopo il primo tortuoso passaggio, il percorso per la decisione sull’ex assessore regionale del centrodestra è ancora accidentato. Non c’è alcuna certezza che l’Aula si pronunci sulle istanze della magistratura. Questo anche se il ragionamento politico-giuridico sull’udienza del 13 agosto non dovesse trovare cittadinanza. Di certo, infatti, c’è che il Ddl sull’editoria sarà incardinato. E il tentativo, sempre dei 5Stelle, di chiedere l’inversione dei lavori per votare prima su Caridi è stato respinto dal presidente di turno Roberto Calderoli. Così, è probabile che, in apertura di seduta, i grillini – pronti ad inscenare una bagarre in Aula – tornino a chiedere l’inversione dell’ordine del giorno (possibile da Regolamento, come ricorda Calderoli, «solo in apertura di seduta o quando si passa da un argomento all’altro») e che la maggioranza respinga la proposta impegnandosi però, come si assicura tra i dem, «a garantire il numero legale per far votare, dopo il ddl editoria, anche la richiesta di arresto». A questo punto, però, scatterebbe un’altra incognita, dopo quella del timing: il voto segreto. «Sarà quello, infatti, il nostro vero spazio di libertà», assicura il senatore Psi Enrico Buemi che non ha preso parte ai lavori della Giunta per protesta contro «l’accelerazione impressa sul caso Caridi». E sarebbe davvero «una beffa», per dirla con i 5 Stelle, se alla fine Caridi venisse salvato, con il solito scambio di accuse tra Pd e pentastellati su chi sia stato ad evitargli il carcere e perché. Soprattutto per le conseguenze che questo potrebbe avere sull’ opinione pubblica. In calendario ci sono un Ddl (subito) e un Tdl (tra 10 giorni): potrebbero essere i migliori alleati di Caridi. Con lo scrutinio segreto gli alleati diventano tre.

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

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