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Metro di Cosenza, il caso arriva in Parlamento

COSENZA «In mancanza dell’autorizzazione Aia-Via, non si potevano autorizzare l’esecuzione dei rilievi topografici per la realizzazione della metropolitana leggera Cosenza-Rende-Unical». È quanto s…

Pubblicato il: 04/08/2016 – 14:56
Metro di Cosenza, il caso arriva in Parlamento

COSENZA «In mancanza dell’autorizzazione Aia-Via, non si potevano autorizzare l’esecuzione dei rilievi topografici per la realizzazione della metropolitana leggera Cosenza-Rende-Unical». È quanto sostiene il deputato M5s Paolo Parentela, che ha interrogato al riguardo il governo insieme alle colleghe Dalila Nesci e Federica Dieni, dietro segnalazione del consigliere comunale M5s di Rende Domenico Miceli. «I rilievi topografici – aggiunge il parlamentare – non potevano essere autorizzati anche perché ancora manca la ratifica dell’Accordo di Programma tra i Comuni interessati dall’attraversamento della metro leggera. Siamo quindi di fronte ad un’autorizzazione monca, per cui il governo dovrà rispondere anche per accertare le responsabilità di tali inefficienze». Il Cinque Stelle continua: «Il Consiglio Comunale di Rende è stato completamente estromesso dalle decisioni in merito, nonostante la metro leggera cambierà in modo radicale l’aspetto urbanistico della città. Sono gravi carenze della procedura amministrativa stabilita dal Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali». 
«Il progetto della metro leggera – conclude Parentela – è obsoleto e dannoso per i Comuni di Cosenza e Rende. Bisogna predisporre un progetto urbanistico e di trasporto pubblico all’avanguardia, senza spendere soldi a casaccio soltanto per tagliare nastri. Il compito della politica è garantire il meglio ai cittadini, non progetti buttati giù a casaccio per sperperare soldi pubblici». «La risposta del Comune di Rende alla nostra interrogazione conferma tutti i nostri sospetti sulle irregolarità amministrative di questa procedura portata avanti dalla Regione Calabria – dice il portavoce al Comune di Rende Domenico Miceli -. Un’opera vecchia, voluta dalla vecchia politica che però va bene anche a quella che ama autodefinirsi “nuova”. Ribadiamo il nostro fermo no a questa grande opera che in assenza della Valutazione d’impatto ambientale (Via) e dell’Accordo di programma distruggerà il territorio senza risolvere il problema atavico del trasporto pubblico locale».

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