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Cardiochirurgia Catanzaro, il M5S: «Abuso di potere»

CATANZARO Il M5S torna all’attacco della struttura commissariale e del governatore Mario Oliverio per la gestione della sanità in Calabria. La conferenza stampa dei deputati pentastellati Paol…

Pubblicato il: 05/08/2016 – 12:42
Cardiochirurgia Catanzaro, il M5S: «Abuso di potere»

CATANZARO Il M5S torna all’attacco della struttura commissariale e del governatore Mario Oliverio per la gestione della sanità in Calabria. La conferenza stampa dei deputati pentastellati Paolo Parentela e Dalila Nesci, assistiti dai consulenti tecnici Tullio Laino e Gianluigi Scaffidi, che si è tenuta nella mattinata di venerdì presso la Sala concerti del Comune di Catanzaro, è servita al Movimento per riproporre gli esposti contro il commissario Scura e il suo vice Urbani. Oggetto degli esposti sono alcune vicende già note come l’unità operativa di Cardiochirurgia del Policlinico universitario di Catanzaro, il presunto falso negli atti che portarono alla costituzione in giudizio della Regione contro i sindaci che si erano opposti al decreto commissariale sulla nuova rete ospedaliera e all’annullamento del regolamento attuativo della legge regionale 24 effettuato da Scura con – secondo i deputati – «un abuso di potere».

SENZA REQUISITI L’incontro con la stampa arriva dopo un sopralluogo – a distanza di circa un anno dal precedente – alla struttura di Cardiochirurgia del Policlinico, da qualche tempo al centro di un vero e proprio caso sui requisiti necessari all’autorizzazione all’attività.
La storia, ripercorsa da Parentela e Scaffidi, parte dal 2013, quando l’allora primario Attilio Renzulli si rivolse alla magistratura per denunciare la morte di sei pazienti in seguito a delle infezioni batteriche contratte a causa – a suo dire – dell’assenza di una terapia intensiva dedicata al reparto. La battaglia di Renzulli fu ripresa dal Movimento 5 Stelle che con diversi esposti alla Procura di Catanzaro ha evidenziato le carenze del reparto contestando al contempo la concessione dell’autorizzazione all’attività da parte dell’Asp di Catanzaro, giunta dopo un primo parere negativo di un’apposita commissione dell’Asp di Crotone poi sostituita da una nuova commissione dell’Asp di Catanzaro.
«Questa nuova commissione – spiega Scaffidi – nelle sue conclusioni non fa menzione delle criticità riscontrate, ma si limita a disseminarle all’interno della relazione. Nonostante quindi l’esito dell’indagine fosse sostanzialmente analogo a quello emerso dopo il sopralluogo della commissione di Crotone, l’Asp di Catanzaro autorizzò il Policlinico e la Cardiochirurgia a proseguire nella sua attività. Eppure l’assenza di una terapia intensiva dedicata, che solo dopo i nostri esposti sta timidamente prendendo forma e ad oggi è solo un abbozzo, una carenza di personali superiore alla metà del numero richiesto e un numero di interventi annuali sempre inferiore alle prescrizioni di legge e all’assenza di un Pronto Soccorso, l’attività prosegue».

LA FIRMA MANCANTE Il secondo esposto presentato a Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, ha per oggetto la vicenda della costituzione in giudizio presso il Tar della Calabria da parte della Regione contro i sindaci che si erano opposti al decreto del commissario ad acta numero 30, quello con cui si ristrutturava la rete ospedaliera: «La vicenda è gravissima – spiega Scaffidi -: da una parte c’è un governatore della Regione che pubblicamente spinge i sindaci ad opporsi al decreto, poi d’improvviso la Regione si oppone ai sindaci, ma l’atto con cui la Regione si costituisce non è firmato dal direttore generale del dipartimento Tutela della Salute Riccardo Fatarella. Anzi, è proprio Fatarella che nel ricostruire il carteggio intercorso tra l’Avvocatura regionale e la struttura commissariale, si rivolge alla Procura per segnalare delle incongruenze nei documenti».
Le differenze starebbero infatti tra il documento che è stato trasmesso dall’Avvocatura alla struttura commissariale, che non era stato firmato da Fatarella e che quindi non avrebbe avuto alcuna validità, e quello che poi è stato inoltrato dalla struttura commissariale all’Avvocatura dello Stato, dal quale mancherebbe “gruppo firma” del dg: «Probabilmente – scrive Fatarella nell’esposto dello scorso 30 maggio – ciò è accaduto per non fare emergere la circostanza che non ho condiviso il contenuto della relazione e ho conseguentemente ritenuto di non firmarla».

«ABUSO DI POTERE» L’ultimo plico consegnato a Gratteri da Nesci e Parentela riguarda il presunto abuso di potere da parte della struttura commissariale che secondo la relazione del consulente tecnico Tullio Laino avrebbe «surrettiziamente interpretato il potere normativo come potere legislativo».
Il tema è quello della Legge regionale n.24 in cui, dice Laino, «Scura e il suo fido e degno vicario Urbani, fregandosene della legge, hanno annullato atti arbitrariamente e, aggiungo io, illegalmente, sostituendosi di fatto al Consiglio regionale». Ma oltre a Scura e Urbani, nel mirino c’è anche Mario Oliverio, reo – secondo il Movimento – «di non aver impugnato il decreto in oggetto (il DCA 81, ndr) e di non aver sollevato il conflitto di attribuzione».

Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it

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