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Per raccontare il Crotone serve la raccomandazione

COSENZA Tra giovedì e venerdì, per qualche ora, ci è sembrato di essere intrappolati in una short list di Fincalabra negli anni d’oro delle consulenze. Tempi in cui ci si iscriveva (se si possedeva…

Pubblicato il: 05/08/2016 – 21:48
Per raccontare il Crotone serve la raccomandazione

COSENZA Tra giovedì e venerdì, per qualche ora, ci è sembrato di essere intrappolati in una short list di Fincalabra negli anni d’oro delle consulenze. Tempi in cui ci si iscriveva (se si possedevano i titoli), si entrava nel maxi elenco e poi si aspettava che una manina benevola estraesse il proprio nome. Questa volta, però, la politica non c’entra nulla: la short list in cui il Corriere della Calabria si è impantanato per un giorno e mezzo è quella degli accrediti riservati alla stampa per Crotone-Atletico Madrid, l’amichevole in programma sabato sera nello stadio “Gigi Marulla” di Cosenza. Partiamo dalla fine: non siamo stati accettati. E’ un problema? Assolutamente no: seguiremo ugualmente la partita, ma non dalla tribuna stampa. Lo faremo pagando il biglietto e mostrandovi la partita da un altro punto di vista, magari meno privilegiato ma più “vero”. La questione però, per chi ha la maledetta abitudine di interessarsi ancora a questioni del genere, è di principio. Perché gli accrediti per la prima grande notte del Crotone nel calcio dei grandi funzionano come le short list che furono: le manine benevole pescano chi vogliono. E la partita la racconta (dalla tribuna stampa) chi trova una raccomandazione. Qualche regola, il Crotone l’aveva fissata: un giornalista per testata. E invece di giornalisti, per alcune testate, ce ne saranno due. Avevano pure spiegato, dall’ufficio stampa della società pitagorica, che sarebbe stato difficile accontentare tutti. Dimenticandosi, però, di specificare qualche criterio per fissare le priorità. Chi resta fuori? Di certo non le testate nazionali (per carità, ci mancherebbe). Tocca alle testate regionali e locali, ma solo ad alcune che, forse, hanno il torto di non aver contattato l’amico giusto. Credevamo bastasse spiegare (accompagnando il tutto con documenti scansionati e carta intestata) che volevamo fare il nostro lavoro, senza chiedere trattamenti speciali. Ma siamo rimasti fuori, proprio come quei giovani calabresi che si speravano di collaborare con Fincalabra senza avere un amico in consiglio regionale.
Al Crotone sono arrivate centinaia di richieste. E la cortese risposta dell’ufficio stampa lascia immaginare quanto sia stata dura gestirne l’afflusso. Eccola: “Gentilissimi, ci spiace dover comunicare che a causa del limitato numero di posti a disposizione in tribuna stampa, considerando anche l’elevatissimo numero di richieste pervenute, non abbiamo potuto accettare la vostra richiesta di accredito. Certi della vostra comprensione, ci auguriamo di avervi nostri ospiti in una prossima occasione”. E’ vero, i posti a disposizione sarebbero una sessantina, come ci raccontano colleghi che frequentano il “Marulla” da anni.
Messa così, pare proprio che la selezione all’ingresso, come nelle discoteche “fighette” con privè sempre prenotato dagli amici del proprietario, sia inevitabile. Eppure – non serve neppure andare troppo indietro nel tempo – per un’altra storica partita a Cosenza, Juventus-Olimpique Lione, con un lavoro certosino si riuscì a garantire la presenza di tutte le testate, anche delle più giovani. Il Crotone ha fatto una scelta diversa. Ed è legittimo, così come ci sembra legittimo darne notizia.
C’è chi ha gestito la sua quota di ticket omaggio: il Comune di Cosenza (pure in questo caso: ci mancherebbe), il Crotone Calcio (idem), gli agenti dei calciatori (che ne spargono in giro pacchi per ogni match, figuriamoci per la sfida con i vicecampioni d’Europa). I vip e i loro amici hanno il “sacrosanto” diritto di vedere la partita gratis. E’ una questione di status: chi potrebbe permettersi di acquistare il biglietto più caro non paga, se no che gusto c’è. Chi invece vorrebbe raccontare la partita ai propri lettori – magari quelli che il ticket non possono permetterselo davvero – senza la chiamata giusta rischia di non ottenere neanche una risposta. E meno male che siamo realisti e lo sappiamo: se è andata così è solo colpa di un approccio non ancora, per così dire, da Champions League. Altrimenti potremmo pensare che certe scelte siano legate a quello che il Corriere della Calabria ha scritto negli scorsi mesi o anni. Fortunatamente, per la cronaca giudiziaria, a differenza di quella calcistica, gli accrediti non servono. Ma non ci vogliamo credere: pensiamo soltanto che, per adeguarci al mood imperante, avremmo dovuto fare la telefonata giusta, seguire canali diversi da quelli indicati ufficialmente. Chiedere a qualcuno di entrare nel privè, come se lo stadio fosse una qualunque discoteca fighetta. Siamo felici di non averlo fatto.

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