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Diciassettemila stelle sugli spalti del "Marulla"

COSENZA I vicecampioni d’Europa hanno appena siglato il due a zero in pieno extra time quando dai gradoni della curva sud Bergamini, feudo occasionale della tifoseria organizzata pitagorica, si lev…

Pubblicato il: 07/08/2016 – 8:29
Diciassettemila stelle sugli spalti del "Marulla"

COSENZA I vicecampioni d’Europa hanno appena siglato il due a zero in pieno extra time quando dai gradoni della curva sud Bergamini, feudo occasionale della tifoseria organizzata pitagorica, si leva il coro inneggiante alla città che li sta ospitando (“Cosenza, Cosenza”) a confermare il datato feeling calcistico fra la magnogreca Kroton e la capitale dei Bruzi. Certo, a inizio match, sul prato del Gigi Marulla, c’erano state strette di mano e bontà d’intenti istituzionali fra il sindaco Occhiuto e il patron Vrenna a beneficio di telecamere – soprattutto quelle di Sky – e fotografi, e lo speaker aveva ringraziato la città di Cosenza nonché il Cosenza Calcio. Tuttavia è lo spontaneismo popolare, qualcuno direbbe dal basso, che rende comunque memorabile la serata che sancisce l’ingresso degli squali nel panorama della pedata internazionale al cospetto dell’Atletico Madrid. Perché sicuramente piacevole è lo spettacolo che si può godere dai ventidue protagonisti del rettangolo verde, ma vibrante è la prolungata protesta degli ultrà del Crotone che per tutto l’incontro, attraverso striscioni e ugole vocianti, si fanno interpreti delle istanze di un territorio che si sente abbandonato dalle istituzioni che lo governano. Non solo i tanto tribolati lavori allo stadio Ezio Scida quanto le endemiche fragilità infrastrutturali che vanno dalla statale 106 alla ferrovia jonica, dal porto all’aeroporto Sant’Anna rendendo isolato un meraviglioso spaccato di Calabria. E sul banco degli imputati finiscono proprio la Regione Calabria e la Soprintendenza crotonese. Quando il calcio cioè, ed a Cosenza questo lo si conosce bene, si trasforma in un fenomeno sociale. 

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(Uno degli striscioni “politici” esposti dai supporter del Crotone)

L’esodo della tifoseria pitagorica verso le rive del Crati inizia alla spicciolata nella tarda mattinata. Poche sparute presenze verso l’ora di pranzo, complice l’afosa tenaglia del caldo agostano, fanno capolino in centro città. Ma è solo un’esperienza sporadica. Il grosso del flusso giunge nel tardo pomeriggio. E si concentra nelle zone limitrofe allo stadio. Tutti i ristoratori dell’area, per fornire un servizio e per andare incontro al business, rimangono aperti e vengono presi d’assalto dai supporter di entrambe le fedi perché sì, sono tantissimi anche i cosentini giunti per l’evento. Dalle parti del Marulla, per chi lo frequenta abitualmente, fa quasi strano vedere in vendita a pochi metri dalle sacre mura i gadget di un altro club, sebbene amico, eppure la presenza dei crotonesi è discreta e composta, comprensibilmente entusiasta per aver raggiunto il punto più alto della loro storia sportiva. C’è persino un servizio navetta, approntato per l’occasione, che congiunge via degli Stadi con lo svincolo autostradale ma non è molto frequentato. 

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Dentro, a parte la protesta degli ultrà rossoblù sponda ionica – che vivrà anche momenti di autentica tensione sfociati in brevi tafferugli con gli steward per via della prolungata esposizione degli striscioni – il clima è di festa. Non c’è il sold out come avvenuto con un’altra recente amichevole di lusso fra Juventus e Olympique Lyonnais (d’altronde l’impianto cosentino, che storicamente ha ospitato importanti incontri ufficiali e che, al netto delle polemiche sulla sicurezza, pare essere lo stadio più confortevole del panorama regionale, nda) ma i quasi diciassettemila presenti sanno comunque come divertirsi. Dando il via al repertorio tipico dei cori di sfottò contro le comuni tifoserie rivali, diverse ondate vintage della sempre coreografica ola, applausi a scena aperta anche ai più quotati avversari spagnoli che vantano persino un minuscola claque di tifosi in curva nord Catena muniti di vessilli dell’Atletico Madrid nonché della bandiera iberica. E presenti sono pure tanti vacanzieri delle coste calabre, campani e non solo, attirati dall’incontro di cartello. 

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(A Cosenza c’era anche qualche tifosa dell’Atletico – da Facebook)

Sono le 22.30 quando termina la partita e la fiumana di tifosi invade le strade per fare ritorno a casa, almeno per la metà lontana più di cento chilometri. C’è chi si fa il selfie con la folla alle spalle, chi recrimina per quell’azione mancata, chi già pensa al campionato alle porte da giocare magari ancora più lontano, probabilmente a Pescara. C’è persino un accenno di pioggia con minacciose nubi all’orizzonte. Poche gocce che non possono però sbiadire una notte di stelle. Soprattutto quelle che hanno preso posto sugli spalti.

Edoardo Trimboli
redazione@corrierecal.it

* Questo servizio è stato realizzato nonostante il Crotone Calcio abbia negato l’accredito stampa alla nostra testata

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